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al testo di Pietro Massaro
la iena e l’avvoltoio
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Mio nonno raccontava un avvoltoio a volte non mangiava e stava a mollo sperando di vedere un cappio al collo che penzolasse sopra a un ballatoio
Una iena che sedeva a lui vicino il mio, disse ridendo a più non posso inventava di rosicchiare un osso sognando di fregarlo a un suo cugino
Noi siamo fortunati perché adesso per non vederci spesso tra le tombe e farci stare buoni dentro un fosso
la razza umana ci spedisce addosso donandoci dal cielo con le bombe i corpi dei suoi simili in eccesso
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