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al testo di Serenella Menichetti
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Tu scorri... Rossi come rubini, chicchi straripanti di sole scoppiano dalle pigne. Che, alla vite aggrappate, gonfie e mature fan mostra nelle vigne. Abili mani le staccheran dal ramo per porle nelle ceste. La madre spossata e spoglia, non si sente sola, al riposo invernale si prepara. Dorme il suo giusto sonno e si consola. E pone ancora seme... E tu, vino, scorri come linfa scarlatta dalla terra. Sei vita, estasi, amore, compagno di gaiezze, di terreni piaceri. Sai ascoltare, dai calici, e scendere nei cuori. Quando il dolore implode dentro agli uomini. Scorri, ed il tuo fluido placa, spasmi agli animi. I tuoi profumi inebriano, come fosser carezze. Spruzzano essenza di vita a stanche membra. E scorri e danzi, e danzi e scorri, fluente nelle menti... La tua musica trasporta il tempo in danza atavica. Lo accompagna e trastulla, in vortici ancestrali e poi lo culla: su e giù, su e giù, in movimento ritmico e vagamente magico. Lo filò, Bacco, rubando fibra ai sogni. Spezzi barriere e rompi gli argini, al lume della luna. Fino a giungere, là, dove passato e futuro si compenetrano. E tu uomo lascia che la tua notte si spogli dolcemente dalle tenebre. |
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