LaRecherche.it

« indietro :: torna al testo senza commentare

Scrivi un commento al testo di Maria Pace
Indiani ’America - La Grande Visione

- Se sei un utente registrato il tuo commento sarà subito visibile, basta che tu lo scriva dopo esserti autenticato.
- Se sei un utente non registrato riceverai una e-mail all'indirizzo che devi obbligatoriamente indicare nell'apposito campo sottostante, cliccando su un link apposito, presente all'interno della e-mail, dovrai richiedere/autorizzare la pubblicazione del commento; il quale sarà letto dalla Redazione e messo in pubblicazione solo se ritenuto pertinente, potranno passare alcuni giorni. Sarà inviato un avviso di pubblicazione all'e-mail del commentatore.
Il modo più veloce per commentare è quello di registrarsi e autenticarsi.
Gentili commentatori, è possibile impostare, dal pannello utente, al quale si accede tramite autenticazione, l'opzione di ricezione di una e-mail di avviso, all'indirizzo registrato, quando qualcuno commenta un testo anche da te commentato, tale servizio funziona solo se firmi i tuoi commenti con lo stesso nominativo con cui sei registrato: [ imposta ora ]. Questo messaggio appare se non sei autenticato, è possibile che tu abbia già impostato tale servizio: [ autenticati ]

 

INDIANI Dì'AMERICA...   LA "GRANDE VISIONE"

 

A narrare la storia degli Indiani d'America  sono state la penna e la cinepresa del vincitore: l'uomo bianco. Prima descrivendoli come un'orda di selvaggi all'inseguimento dei carri dei coloni, astuti, infidi, crudeli, valorosi in battaglia, incuranti del dolore e poi, confezionando un mito nuovo e su misura: quello del nobile, perseguitato  e coraggioso cavaliere della prateria.

Un tentativo, quest'ultimo, che non assolve l'uomo bianco dalla colpa di aver portato quasi all'estinzione un popolo e non cancella certi eccessi dell'altra parte.

In realtà,  salvo pochi casi di ricerche e studi seri, lo si è fatto piuttosto per motivi folkloristici e per acquietare la coscienza

Farne un mito, dopo averli rinchiusi nelle riserve, non ha giovato, però,  ai "nativi"  d'America,   i quali,  è soltanto da poco che hanno visto riconosciuto (almeno sulla carta) i propri diritti.

Il merito di ciò va anche a quei pochi, studiosi e ricercatori seri,  che sono riusciti a riportare a dimensione umana la  loro Storia ed i molteplici e complessi aspetti della loro cultura.

 

Per gli Indiani d'America la Religione era una componente importante della vita;  la ricerca della "Grande Visione"  e la Comunione con gli Spiriti,  ne costituivano l'essenza più profonda.

Per raggiungere gli Spiriti i mezzi erano i Sogni e le Visioni. Sogni spontanei,  meno frequenti e più  apprezzati, ma anche Visioni indotte e procurate,  che una psicologia semplice ed elementare aiutava nell'interpretazione.

Erano soprattutto i più giovani e i guerrieri a procurarsi Visioni che li aiutassero nelle battaglie e nei riti iniziatici per entrare nell'età adulta.

Spesso bastava una sola Visione importante per condizionare una vita. Come quella  che si procurò prima della battaglia il  capo dei  Sioux, Toro Seduto, artefice della disfatta del 7° Cavalleria di Caster, nel corso della quale "vide" la disfatta dell'avversario.

Avere una Visione accresceva prestigio in seno alla tribù  e facilitava ogni tipo di attività all'interno della collettività.

Le prove a cui sottoporsi, dopo aver digiunato e pregato,  erano durissime e quasi masochiste: al limite della sopportazine.  Dovevano trascorrere  notti e notti all'addiaccio in zone impervie, pericolose e spaventevoli o calarsi in acque gelide durante l'inverno o anche trafiggersi le carni con le spine e altro ancora.

 

Ogni tribù aveva i suoi metodi per sollecitare sogni ed allucinazioni e una volta l'anno, a metà inverno, la tribù intera si riuniva per una "visione collettiva".

"Festa dei Sogni" era chiamata o anche "Danza degli Spiriti"

La più spettacolare e dolorosa era senza dubbio quella del popolo dei Sioux, conosciuta con il nome di "Danza del Sole" che guadagnò alla tribù il titolo di Cacciatori di Visioni.

Era una cerimonia suggestiva e complessa, oltre che assai dolorosa. Iniziava con una danza riservata alle sole donne, durante la quale veniva scelta la vergine che doveva tagliare l'albero che sarebbe serviro da Palo durante la Cerimonia.

Dopo giorni di digiuno, preghiere e purificazione, i guerrieri si sottoponevano alla tortura del Palo: lance dalla punta affilatissima conficcate nei muscoli del petto e assicurate con  conghie a pali distanti una ventina di piedi l'uno dall'altro.  Se il guerriero riusciva a liberarsi da solo da quella tortura, acquisiva grande prestigio non  soltanto in seno alla tribù, ma anche presso gli altri popoli.

Cinema e letteratura si sono serviti di questo rituale per aumentare il numero di lettori e spettatori senza però, riuscire a coglierne il significato più profondo.

 

Nessun commento

Leggi l'informativa riguardo al trattamento dei dati personali
(D. Lgs. 30 giugno 2003 n. 196 e succ. mod.) »
Acconsento Non acconsento
Se ti autentichi il nominativo e la posta elettronica vengono inseriti in automatico.
Nominativo (obbligatorio):
Posta elettronica (obbligatoria):
Inserendo la tua posta elettronica verrà data la possibilità all'autore del testo commentato di risponderti.

Ogni commento ritenuto offensivo e, in ogni caso, lesivo della dignità dell'autore del testo commentato, a insindacabile giudizio de LaRecherche.it, sarà tolto dalla pubblicazione, senza l'obbligo di questa di darne comunicazione al commentatore. Gli autori possono richiedere che un commento venga rimosso, ma tale richiesta non implica la rimozione del commento, il quale potrà essere anche negativo ma non dovrà entrare nella sfera privata della vita dell'autore, commenti che usano parolacce in modo offensivo saranno tolti dalla pubblicazione. Il Moderatore de LaRecehrche.it controlla i commenti, ma essendo molti qualcuno può sfuggire, si richiede pertanto la collaborazione di tutti per una eventuale segnalazione (moderatore@larecherche.it).
Il tuo indirizzo Ip sarà memorizzato, in caso di utilizzo indebito di questo servizio potrà essere messo a disposizione dell'autorità giudiziaria.