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al testo di Adielle
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Come se quello stesso cielo spargesse il numero esatto di briciole a ritrovare la strada buia dei tuoi occhi confine casa e morte di sogni rampicanti invece cospira al miraggio nel giardino vuoto degli uomini quanti altari sgocciolano di sangue spargendo la tua voce di lato all'altrove quando arriveranno le mosche i profeti saranno lontani a cercare altri scalpi nei battesimi di un fiume per confondere le acque ti basterà immergerti fino alle caviglie che non si veda un seno scoperto in una sacra scrittura o una vagina sfibrata dal render conto delle sue voglie risorga solo chi aveva torto a non credere nel parto e le lusinghe del regno che verrà restino su labbra sincronizzate quando tutto resta fermo sole cadono le foglie un antico dio di un ramo fa un arco per colpire chi si sottrae al suo volere di capo tribale con frecce antidevozionali la schiena rotta la fretta a far da padrona ti ho cercata dove avevo fede di trovarti così sovrappensiero ho preso la rotta dei patriarchi lasciando alle mie spalle solo i colpi della frusta elargita ai partigiani che rifiutano la danza che gli è stata assegnata come dogma lunare quanta strada nei Granpassi che dividono paure e cime con chi ha il coraggio umile di affrontarli ci ritroveremo allora nei boschi a tirare su col naso e ad espanderci come rime sarà l'eco stesso dei nostri passi a cantare la nostra canzone la impareranno a memoria gli alberi poco prima che sia la fine che il nostro respiro si unisca al vento e corrano per sempre insieme apriti e ascolta adesso la quiete della notte paradiso è solo un nome sono tutte nostre le vie per le stelle. |
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