LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Adielle
|
|||
Questa processione di cosmonauti che sono le tue parole impigliate nel processo devozionale della carta che si trasforma in pagine mi assicura una defibrillazione di assimilazioni che parte dagli occhi mentre si appesantiscono i polsi sotto il peso delle leggi di straordinaria fallibilità di certi costrutti aspetto lo slancio il percorso a vuoto del cane preda delle scie odorose il fulmine che squarcia in due l'albero della conoscenza del bene del male il pulsare degli atomi nella vena che batte la freddezza composta poco si addice alle mie corde sfilacciate nemmeno un bacio tra fuggiaschi destinati a separarsi sono facile come un diapason oppure lo scorrere del sangue mi cattura niente filastrocche o bugie meravigliose una radura senza menzione degli alberi è poca cosa anche quando la parola d'ordine è destrutturare ad ogni costo certo l'incarnato di qualche parete all'interno del labirinto puo lasciar pensare a un'anima ma io preferisco gli occhi per far raffronti tra i destini la calce ai muratori che Dio li benedica siamo così lontani da non sentire le nostre rispettive voci che si chiamano e mi stanco e a tratti sto zitto e alla fine muoio e chiudo il libro senza rispetto mi assumo la colpa della mia debolezza a fare la figura del cretino dell'ignorante ho una certa dimestichezza un abito che mi cade a pennello anche se non più alla moda |
|