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al testo di Adielle
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Natura e grazia le due vie di appartenenza la vita raccontata in un film la precisione funambolica del lanciatore di coltelli la goccia di sangue che cola da un orecchio babbo natale che non passa per il camino la vendetta di un marito messo alle strette un gatto che da una barca gioca con un delfino un rumore di fondo al tuo alito vinoso il mio ciarlare vano una presa di posizione che non tiene conto dello spazio non merita aria da respirare mia madre ancora mi culla seppure in un modo così cruento che sembra voglia darmi battaglia oggi non mi volto in dietro a guardare il resoconto nefasto delle mie adorazioni partigiane vado avanti e basta ed ogni passo è un petalo strappato dall'argine ultimo di una rosa abbandonata al suo fluttuare lieve tra il vanto di una coscienza sedotta dal profumo e un'immaginazione senza furia che non trova alcuna soluzione che pungersi con le spine per mandarne a memoria la forma una volta per tutte e senza riscatto per le dita che l'hanno stretta in un tentativo di misurarne la portata universale se vuoi giocare giochiamio fino all'ultimo respiro non eravamo noi a parlare ma i nostri vicini ma ci immedesimammo al punto da prenderci a schiaffi senza motivo non farmi del male più di quanto non abbiano fatto il tuo sesso intermittente fatto di gambe mai divaricate completamente e i tuoi pensieri sulla morte non posso credere che una volta ci siamo amati come persone qualunque noi che eravamo diversi nel senso più spregevole che i moralisti possano dare al termine non è facile scoprirsi redenti mondati dai propri peccati per prima cosa ci vuole una buona dormita ma il sonno latita e probabilmente non servirà nemmeno una doccia il mio nome l'hai scritto a matita perchè fosse subito chiaro che si trattasse di una relazione a tempo determinato facile da essere cancellata così nella tua memoria solo scorie di me, grafite. |
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