LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Adielle
|
||||
La corrente scendeva lungo l'accidente a feritoia l'acqua a frantumarsi in un lustrini pur sempre cristallini nonostante la noia pomeridiana e la calura estiva oh come calava la sera ad inghiottire la radura solo gli alberi più alti si mettevano di mezzo le foglie a migliaia a cambiare la forma dell'ombra per sentire meglio l'ardore di crescere senza fianchi d'accarezzare che non siano corteccia la fitta trama dell'erba velluto pelle di diavolo che cambia verso ogni volta che il vento l'attraversa fasciava il crinale come un abito da sposa i fianchi di qualcuna che non ha più possibilità di fare un passo in dietro noi due stesi a guardare le nuvole incupire aggrottare le ciglia e radunarsi in piccoli branchi speriamo che non piova con tutta la paura che ci mantiene vigili e pronti ad una reazione chè il presente si snoda oltre i vincoli d'argilla di una profezia ma comunque ci vuole cuore per restare fermi immobili ad aspettare che qualsiasi destino trovi da sè la forza di compiersi è così che ti ho stretto alla gola rompendo lo schema fino a farti uscire l'anima dagli occhi poi ho aspettato le stelle e che ne cadesse una per esprimere il desiderio di non averti uccisa ma la fortuna è di un'altra razza rispetto alla mia e mi discrimina,sto ancora aspettando che ti riporti in vita il vento s'alza i tuoi capelli nere fiamme galleggiano il corpo si raffredda la pelle volge al bianco ti abbasso le palpebre e me ne sto ancora un po' così stretto a te con la scusa del sonno pensando che tu stia dormendo stai tranquilla non ti sveglierò aspetteremo l'alba tua perfetta io come posso distratto da qualche rimorso con le sembianze di un lupo. Guarda è spuntata la Luna ma tu non puoi guardare e non voglio giocare oltre a fare finta vado a prendere la pala.
|
|