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al testo di Adielle
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Quante altre volte ancora consolerò mia madre che si dispera per aver scordato quella preghiera che l'aiuti a prender sonno nella notte stellata che non fa prigionieri? Soffio il fumo di un'altra sigaretta sullo schermo piatto di una transazione che non aspetta che trovi le parole per cucire insieme due abissi fatti di seta troppo leggera per impedire al vento di mostrare al mondo la loro cosmetica dell'imperfezione le nostre strade le divida un fiume ma adesso non mi lasciare ho bisogno di te delle pieghe che sai far prendere al tempo fra le tue rughe della parsimonia con cui mi insegni a desistere dalle mie trazioni permanenti verso tutto quello che prevarica i miei sensi e mi induce a scordare le buone maniere a farmi del male consumando i miracoli per giochi che l'estate ha saputo sabotare solo alzando la temperatura dei nostri poveri corpi è da te che vengo e non me ne vergogno Alvaro ci starà guardando dallo spazio aperto che gli hanno regalato per aver saputo fare della sua vita un resoconto necessario di quell'insieme di canti che valga la pena di ascoltare madre quanta forza nel tuo mestiere e l'energia vola via con le buste della spesa con i conti a fine mese non importa la distanza percorreremo le strade di questo paese come facemmo in passato guardando Venezia e pensando a lui non tratterremo le lacrime ma sarà un passaggio concesso a vista d'occhio per poi tornare a sorridere del cosmo c'è una parte di me che non so nascondere e una che non conosco così è facile che mi perda nei silenzi interrotti da dittaure di cocci rotti di bottiglia ma tu perdonami un'ultima volta usa tutti gli stratagemmi che sai insieme abbiamo riserve di fantasia da far tremare gli argini dei mai degli ancora e no non ti lascerò cantar da sola |
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