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al testo di Adielle
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Lo spargimento del tuo sangue efferato per assunto ha fecondato anche l'ultimo fiore di loto nelle geometrie industriali del balcone è sgorgato come fonte di sapere fuori dal corpo intorpidito per avere una cognizione dell'aria diversa dal resoconto della bocca della gola del naso e dei polmoni quanti cuori ha svelato quel tuo fiotto a quanti ha messo le ali quanti ha abbandonato sulla ringhiera ostacolo insormontabile e sbarramento viaggio senza meta eclissi di sole montagne russe senza via di fuga lontano bagliore nella notte tozzo di pane fiume che s'ingrossa con la pioggia vento che batte il ponte nebbia bassa nel fitto del bosco prigione per chiunque non riesca a guardare oltre da sdraiato in terra il suo corpo che si svuota che perdo il senso dei sensi non è una novità assoluta ma la pienezza con quanta dedizione alla causa dell'arresto immediato di qualsiasi processo d'identificazione col proprio super io si è concessa! lenta freddezza a mistificare il dolore che si prova nel non saper vivere mi fa temere meno la morte di un rifiuto qualsiasi la violenza è una prerogativa dei più deboli contrariamente a quanto si creda ma chi fa del male a se stesso non contratta il perdono con nessuno nemmeno con Dio se lo crede vero altrimenti pazienza un' anima di meno a dover reggere il gioco la pressione delle aspettative mandate in fumo con un colpo di spugna una lama sottile un tenero addio passato e futuro che si mischiano come i colori girati dal pennello nella tavolozza del pittore la sostanza delle cose che s'avvera un attimo prima di fuggire via cerco consolazione per non essere somigliante alla bellezza che ho in mente e questo mondo non è più casa mia.
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