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al testo di Adielle
Tirocinio
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La tempesta dei ricordi come eravamo fatti onde lunghe di disimpegno a separare continenti nelle foto sugli altari. Dottrina è il colpo d'occhio della sera che ti prende al balcone mentre fumi una sigaretta che sia l'arcobaleno la tua didattica aspettando che passi la sbornia in bicicletta un posto sulla sella uno il tubo da telai dove vuoi andare vai e non voltarti. Avremo per sempre un tema caro ad entrambi con cui riconoscerci oltre i nostri corpi e fare pace per il gusto di una resa che non ci obblighi per forza a dirsi t'amo senza vita negli specchi.
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Adielle
- 03/04/2014 13:07:00
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Grazie Nando mi metti in imbarazzo! Un abbraccio forte.
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Nando
- 03/04/2014 07:55:00
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Adielle, tra la tua poesia e il tuo penultimo commento cè differenza? Sì, per le forme proprie con cui larte trasforma il grezzo in raffinato dire, ma per il resto è la stessa anima, lo stesso sangue, la stessa carne che chiede e patisce, che ricorda e cerca nelloggi o sperando che il domani sia di nuovo il bello di ieri o un bello più nuovo, ed è in tutto questo che sei l"Adielle", con la sua unicità che molto apprezzo, per vita e per arte (è un riconoscimento e non una personale predilezione lettorale che però non dà giudizio di critica).
Ciao
Un saluto
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Adielle
- 02/04/2014 17:39:00
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Sono andato a vedere il video: bisogna stare dritti! Etica dellesistenza. Formidabile anche il resto. Grazie Lorenzo.
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Lorenzo
- 02/04/2014 16:13:00
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La casa di riposo, Àhhhhh ! ! Ascolta il tuo vecchio imperatore, vecchissimo, decrepitissimo, come si ribella a quella condizione illusionistica, e lancia il ruggito, ascolta Ma lhai visto il video per i novantanni di Aznavour?
http://www.corriere.it/inchieste/reportime/interviste/aznavour-compie-90-anni/57960d7e-a542-11e3-8a4e-10b18d687a95.shtml
! ! !
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Adielle
- 02/04/2014 14:19:00
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Grazie Lorenzo, Grazie Cristina, le vostre parole mi hanno fatto sentire bene; oggi primo giorno di tirocinio alla casa di riposo, durante la pausa "rosario" ho letto sul cellulare il tuo commento Lorenzo e a fine turno il tuo Cristina: due boccate di ossigeno. Non sono pronto a questo tipo di lavoro, spero di diventare disinvolto come gli altri operatori ma non mi fido di me stesso e la mano compromessa mi tradisce, sinceramente sono un po preoccupato. In compenso devo dire che le nudità e gli odori non mi hanno spaventato, è tutta quella fragilità in cattività che mi fa impressione. Ma forse è ancora presto per lasciarsi prendere dal panico! Sicuramente cè materiale per scrivere ma mi sembra di cattivo gusto adesso scriverlo. Non so, lesperienza mi ha turbato più di quanto non voglia ammettere ed è solo linizio. Pare ci si abitui a tutto. Che delirio! Vi saluto confusamente.
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Cristina Bizzarri
- 02/04/2014 11:36:00
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Questa distanza che metti tra le cose e il significato. Come associ elementi distanti, eppure uniti in un dire altro. Applausi.
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Lorenzo Mullon
- 02/04/2014 09:34:00
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La didattica dellarcobaleno, mentre noi impariamo un sacco di fregnacce che servono solo a spegnere i colori
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