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al testo di Adielle
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Mi ripeto: Discepoli del sonno pensatori sognatori inventori cosmogonici liutai geometrici della logica trapezzisti menti d'alcova in una sola persona mentre il cielo lascia che piova e dentro qualcosa cresce si colora
lasci o prendi chi ti trova?
Per sempre scavare nella roccia goccia a goccia destino del mio tarlo rapire pochi attimi al giorno al giorno dopo chiederne il riscatto così in cerca d'occupazione per tirare avanti aspettando di fare il botto il salto spiccare il volo distrarsi.
Che stratagemma la tenacia per trattenere il tempo che passa autoritratto d' auto re finemente cesellato ad ascia... E tu non mi parli ti proponi nel campionato mondiale di cenni del capo chiromante amante del conflitto fattucchiera senza scampo profeta in patria a costo della vita dov'è finita quella nostra primavera? si diceva non sarà un'avventura si diceva poi per giunta è calata la sera soli nella tua stanza non mi hai voluto dare un bacio memoria selettiva quello che vuoi ma me lo ricordo m'è costato tanto, una carriera. Ma rinasco più grasso come un osso dove si frattura e non uso guardarmi allo specchio la mia unica censura per questo resto in piedi. La domanda che mi circondava: c'è qualcosa di cui valga la pena essere schiavi? Meno provocatoria del previsto depressi filantropi del bello fuochisti della fuga Fabri Fibra e la sua Vacca d'oltreoceno il mercato non è la risposta al di là del possibile guadagno parlo bene senza soldi buon motivo per non averne o mi sbaglio?
Circonda la corolla poi stinge fuori dai bordi suscettibile di svariate epifanie nel giro di un secondo tutto bene se non ti concentri sulle morti sale si colma come schiuma qualsiasi sia la forma attinge di sua sostanza in mancanza d'altra dono di natura o condanna questo sentimento si perpetra incatena la sua gabbia
Schiavi d'amor perduto. Adesso parli ma sono io che resto muto. Al limite divago filo d'erba su fondo giallo tempestivo fiato corto a salire le tue labbra.
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