LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Adielle
|
|||||||||
Powered by Sick Tamburo
Prova a entrare nella mia stanza sempre da sola -contro il cielo io lancio bestemmie a caccia di qualsiasi dio- secondo me ci vuole più coraggio a fare il poeta che ad esserlo mi disse la ghiandaia che più non vola infilando perline -mi ucciderai con le tue mani sporche- ringhiere, astucci di clavicole a limitare lo spazio rendendolo comprensibile alle braccia che fanno leva sulle ah quanto mi tira questo salto! Ti è mai capitato? Dice allora fallo. Il tettuccio della Panda mi chiama più dell'asfalto a Londra quale fiume sotto al ponte aveva la stessa voce? Sogno un incidente stradale come tu sognavi di essere un'indovina vedere come ride la Luna. La mia passione per le lame giustifica i tagli magro il bilancio dei polsi a questa falce balla cherubino la danza della morte! Il dolore fa il talento, lo dice un tale cui comunque non avresti dato credito mi risparmio di farne il nome e lascio libere le gambe forse qualcuno vuole leggere nel mio cuore forse mi hanno insegnato la paura cosa ho provato lo sai? La mia identità toccami ancora come sai fare com'è profondo il mare a densità limitrofe che la mia parte non mi reciti per le verdi tossiche terre, palchi alla deriva teatri tetri d'industria preferisco sortilegi balcanici e cappelli colorati i forti figli del Gagarin. Proviamo a proiettare per un attimo la superficie delle cose su questo sfondo rauco: solo la fortuna viene dalla Luna tutto il resto è più che naturale se preghi o se non preghi, se fai l'amore solo se ti fai o non ti fai. La potenza del mio cosmo immenso deride gli assilli del misero mio corpo! Ecco le mie cicatrici per il tempo ch'è passato e me ne faccio un vanto degno di me voce tra le voci, umane sovrumane. Guarda, i fiori che m'hai donato sono appassiti presto li getterò prima che muoia ancora catarsi di un'esplosione nucleare. |
|