L'acquario asciutto del mio sguardo non riempie i bronchi dell'asfalto che chiameresti pozzanghere a furia di bucarci le suole delle scarpe. In alto l'aforisma delle Pleiadi in piccolo branco seziona l'apparato dei ricordi in abissi di cielo sconosciuto e brandelli di nuvole passeggere. Perchè a volte è nei pensieri perpendicolari che l'arcano risponde all'eco vibrante del vuoto con assoli di altre voci che non avremmo immaginato di poter ascoltare fino a ieri quando il sole ci raccontava la canzone della polvere da sparo senza emettere alcun suono ma proiettando ombre di pterodattili sui nostri prati come monologhi alati e muti dai verdissimi filanti riverberi. Non meno morigerato che nel sogno appare il quarzo redento dell'immagine. Bisognerebbe portare sempre con sè un frammento di specchio per osservare come cambiano gli occhi in base a che guardino qualcosa che ci faccia del bene o del male per avere un'idea dello stato dell'anima in tempo reale. Il giudizio forse diventerebbe tanto vanitoso da sottrarsi a qualsiasi invito adoperandosi per un' immediata sospensione dall'incarico.
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Cristiana Fischer
- 14/06/2014 10:52:00
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Questi tre versi mi avevano colpita "Perchè a volte è nei pensieri perpendicolari/che larcano risponde/alleco vibrante del vuoto", poi ho letto dei tuoi problemi con le voci, e mi sembra (scusa se vado avanti a spanne grossolane) che ti stia accomodando anche in un possibile dialogo "muto", che vibra di arcano in te forse do i numeri, spero di no
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Lorenzo Mullon
- 14/06/2014 10:04:00
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lho appena scritto a commento dellultima di Ferdy .. senza ribellione non cè libertà dobbiamo ribellarci, una ribellione spirituale, profondissima, noi non siamo degli accattoni, non dobbiamo subire il giudizio degli altri fino a sentirlo nelle nostre orecchie e nella nostra mente in ogni momento della giornata su un muro di Venezia, vicino ai Frari, qualcuno ha scritto la scorsa settimana con un gessetto verde, molto discreto: you are real and free i poeti ancora più real and free, alla faccia del mondo produttivo, produttivo di cosa? imbecilli!
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Lorenzo Mullon
- 14/06/2014 09:37:00
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smettila di farti del male, nella società vorrebbero farci diventare come ci vogliono loro, ma loro non sono niente, zero meno di zero, anche se hanno "tutto", se ti impongono il loro modello di successo freghiamocene, caro Adielle, lasciamoli perdere, dedichiamoci solo alla sensibilità e alla tenerezza, le uniche cose per cui vale la pena vivere
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Adielle
- 14/06/2014 08:53:00
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Grazie Ferdinando, penso che tu abbia ragione, infatti anche se il nesso non è immediato questo testo nasce dallascolto su internet di una seduta di un gruppo di auto aiuto di uditori di voci, fenomeno al quale mi sono riavvicinato in seguito ad una mia recente ricaduta, subito risolta grazie al tempestivo intervento della rete di aiuti che si è consolidata intorno a me nel corso del tempo e alla reintroduzione nella terapia di un antipsicotico, lormai famigerato Invega, che era stato sospeso dopo breve scalaggio, per vedere se ne potessi fare a meno. Alcuni uditori sostengono di riuscire a convivere con le voci, il mio psichiatra maschio, ho anche una dottoressa, sostiene che ciò sia possibile quando le voci non sono violente o oppressive, la mia esperienza personale è comunque molto negativa se è vero che mi ha condotto in uno stato di alterazione tale da produrmi in atti di autolesionismo(ho compromesso per sempre la funzionalità della mano destra). Appena ieri è stata certificata la mia invalidità civile in una percentuale dellottanta per cento. Sono turbato, non vorrei per questo ritrovarmi in un ghetto. Voglio che sappiate che tra voi mi sento accettato ed è per questo che parlo così liberamente della mia condizione, lungi da me il desiderio di essere commiserato, ma la voglia di raccontarmi quella si è forte, dentro e fuori gli spazi deputati alla poesia come fosse una tregua dalla vita quando essa non giustifica il prezzo da pagare per il suo riscatto. Sperando di non essere stato troppo pesante, un caro saluto, ciao Ferdinando.
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Ferdinando Battaglia
- 14/06/2014 06:53:00
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Ora entrare nel testo, farrlo propria" poesia non è facile, ciò accade quando la lingua rielabora materiali poetici estratti dalle cave dellanima e non dalle classiche sedimentazioni culturali più letterariamente tradizionali; ma ciò che dice poeta un poeta è non la formazione canonica ( altro è poterla insegnare, allora parliamo di docenza e vuole alta formazione), ma l indefinibile vocazione poetica e il giocarsi la pelle nei versi. Certamente tecnica e formazione sono formidabili strumenti per chi legge un autore, eppure la poesia precede anche tutto questo; precede e segue. Ecco, mi sembra che la bellezza dei testi di Adielle nasca da tutto questo e ancora da altro, però tutto autentico e "rischiando" il poeta ogni volta la vita per questa chiamata al verso, vocazione che non scegliamo se non come risposta.
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Adielle
- 14/06/2014 02:05:00
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Grazie Francesco, grazie Lorenzo, cari saluti.
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Lorenzo Mullon
- 13/06/2014 15:56:00
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però le Pleiadi non riescono nemmeno a riempire le pozzanghere dello sguardo, quanto ci sta dentro
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francesco innella
- 13/06/2014 08:13:00
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Ciao sei una poeta sapienziale di difficile lettura perchi nono va oltre lordinario.
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