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Sulla punta della lingua

Alla fine ti avevo sulla punta della lingua

ma  mai durante il tragitto del vento in una conchiglia

il solo inizio che mi avesti  fu sulla punta del forcone

così di precipizio in precipizio il sole a picco

e un' altra vita da inventare

il mio nome è nessuno mi venne da dire

due volte, la seconda a mo' di eco

per citare, io claudicante, ciclopiche speranze

a risoluzione del caso 

saggistica confutabile in provetta

succursale prelievo dell'anima per via

di un'astuta sottrazione del processo mimetico

dall'osservazione delle cose del mondo

in-somma guardare per guardare 

senza giudizio vascolarizzato nei sedimenti

dell'accumulo magmatico d' immagini

nel distillato memoria 

dividendo i dialoghi in frasi fatte e da rifare

per giunta per gioco moltiplicando

la tua voglia di essere subito bella

per la fotonica persuasione del tempo

di aver bisogno di uno spazio da trascorrere

in cui compiersi, lasciando tracce indizi e prove

che lo scoprano colpevole della fine

che includa ritorni di fiamma

al principio di fuoco o acqua o logos

per non cadere nel tranello che tutto scorra

e qualcosa resti fermo alla griglia di partenza

o peggio si ripeta sempre lo stesso numero di petali

nel contagiro il fiore eviscerato

profezia coriandolo degli innamorati.

Questo è quanto, bestemmiando praticamente un nome a caso

cui spetti per rammarico ad honorem

rammaricato onore l' inguaribile posizione

di essere qui e altrove e in tutte le cose

in una misura che comunque non puoi calcolare

ma sai essere infinita  a più gradi d'infinito

pur di evitare di prenderti la responsabilità

di essere tu quel dio, un dio qualunque,

che non smetti di raggiungere senza rendertene conto

ogni volta che riesci ad essere te stesso all'ennesima potenza.

Perchè prima viene la donna, prima della costala se ami la donna

e prima viene l'uomo, prima della donna se ami l'uomo;

solo dopo nasce dio fulmine, dio croce, dio padre

dall' egoismo avaro di non voler essere figlio

dall'onnipotenza calcolata al dettaglio.

Strateghi efferati del potere inventano "trinitopoli"

indifferenti quanto basta

per essere ostili quando serve

alla natura che danza con l'unica arroganza

di non dover ricorrere alla figura di alcun dio

per essere divina.

Com'è nata la vita? Cosa c'è dopo la morte?

Ad essere elementari. Dio?

-Il mio nome è nessuno

                 il mio nome è nessuno-

 Adielle - 31/08/2014 06:43:00 [ leggi altri commenti di Adielle » ]

Grazie Cristina sono contento, io per primo non volevo essere preso troppo sul serio, in fondo è come se stessi parlando alla ragazza che mi piace tentando di risultare un tipo particolare, sai quando si rischia ad ogni passo di dire cose insensate o sopra le righe pur di fare colpo?
La componente comica dunque è imprescindibile. Ciò non toglie che se ne possa parlare anche seriamente, magari al grido di non facciamoci più del male! Ciao Cristina, un caro saluto.

  Cristina Bizzarri - 31/08/2014 01:26:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Hai uno sguardo pensante, immagini così folgoranti da far venir voglia di ridere anche su oba molto seria. Trinitopoli - lo dico con rispetto - è genialmente esilarante. Sfiori spesso il nonsense e sovrapponi e fai slittare immagini e significati alla velocità della luce. Germogli rigogliosissimi di immagini, pensieri, parole.

 Adielle - 31/08/2014 01:09:00 [ leggi altri commenti di Adielle » ]

Grande Lorenzo!

 Lorenzo Mullon - 30/08/2014 22:55:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

una volta mi si è posata una coccinella sulla punta della lingua
e mi sono sentito davvero nessuno

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