LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Adielle
|
||||||
Alla fine ti avevo sulla punta della lingua ma mai durante il tragitto del vento in una conchiglia il solo inizio che mi avesti fu sulla punta del forcone così di precipizio in precipizio il sole a picco e un' altra vita da inventare il mio nome è nessuno mi venne da dire due volte, la seconda a mo' di eco per citare, io claudicante, ciclopiche speranze a risoluzione del caso saggistica confutabile in provetta succursale prelievo dell'anima per via di un'astuta sottrazione del processo mimetico dall'osservazione delle cose del mondo in-somma guardare per guardare senza giudizio vascolarizzato nei sedimenti dell'accumulo magmatico d' immagini nel distillato memoria dividendo i dialoghi in frasi fatte e da rifare per giunta per gioco moltiplicando la tua voglia di essere subito bella per la fotonica persuasione del tempo di aver bisogno di uno spazio da trascorrere in cui compiersi, lasciando tracce indizi e prove che lo scoprano colpevole della fine che includa ritorni di fiamma al principio di fuoco o acqua o logos per non cadere nel tranello che tutto scorra e qualcosa resti fermo alla griglia di partenza o peggio si ripeta sempre lo stesso numero di petali nel contagiro il fiore eviscerato profezia coriandolo degli innamorati. Questo è quanto, bestemmiando praticamente un nome a caso cui spetti per rammarico ad honorem rammaricato onore l' inguaribile posizione di essere qui e altrove e in tutte le cose in una misura che comunque non puoi calcolare ma sai essere infinita a più gradi d'infinito pur di evitare di prenderti la responsabilità di essere tu quel dio, un dio qualunque, che non smetti di raggiungere senza rendertene conto ogni volta che riesci ad essere te stesso all'ennesima potenza. Perchè prima viene la donna, prima della costala se ami la donna e prima viene l'uomo, prima della donna se ami l'uomo; solo dopo nasce dio fulmine, dio croce, dio padre dall' egoismo avaro di non voler essere figlio dall'onnipotenza calcolata al dettaglio. Strateghi efferati del potere inventano "trinitopoli" indifferenti quanto basta per essere ostili quando serve alla natura che danza con l'unica arroganza di non dover ricorrere alla figura di alcun dio per essere divina. Com'è nata la vita? Cosa c'è dopo la morte? Ad essere elementari. Dio? -Il mio nome è nessuno il mio nome è nessuno- |
|