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Omero

L' epica della transizione della cellula in fatto compiuto,

sogno di essere umano, non ha regole di forma

o anatomie di pensiero

che non siano state tracciate su sabbia 

da un poeta cieco, venuto al mondo cieco

perchè sordo al tuo richiamo, cieco

perchè muto alle parole t'amo

o da un dio prodigioso di conflitti

pur di esercitare il diritto

a confinare la bellezza oltre i cancelli del cielo

chiusi su di me

come i tuoi occhi tra le nuvole

stelle parlanti il genere di lingua

che non posso dimenticare

anche se non la parlo più da secoli nei secoli.

 

E' il desiderio che mi chiama in spirali di vento

che non vuol dire io ti possiedo

ma tu sei in me

ecco perchè non ti perdo

neanche quando mi abbandono a tutti quei perchè

che non mi fanno dormire

rendendomi più uomo di una notte

per volta, tutte le notti che la risposta sei tu

all' ombra delle ciglia e dietro le quinte

e tutte le volte ancora e tutte le volte mai più

a fare finta di farla finita

per lasciare all' orgoglio almeno l'ebbrezza

di un nuovo perdono strappato all' inconscio.

 

Perchè io non so chi sono

se non sei tu a dirmelo,

solo poiesi d' ipotesi fino al mattino.

 Adielle - 10/10/2014 10:36:00 [ leggi altri commenti di Adielle » ]

Lorenzo devo ricorrere ad Alda Merini per dirti cosa penso io dei poeti (gli artisti li lascio perdere perchè non riesco ancora a superare dei miei pregiudizi da ex apprendista artigiano):

Apro la sigaretta
come fosse una foglia di tabacco
e aspiro avidamente
l’essenza della tua vita.
E’ così bello fuori,
desideroso di vedermi
e non mai ascoltato.
Sono crudele, lo so,
ma il gergo dei poeti è questo:
un lungo silenzio acceso
dopo un lunghissimo bacio.

 Lorenzo Mullon - 09/10/2014 08:10:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

la conoscenza di se stessi attraverso la poesia
che bello
cosa vogliamo di più
siamo dei privilegiati, guai lamentarsi
non ci tocca nemmeno di stare chiusi in un laboratorio
e neanche di trasformarci in topi di biblioteca, con tutte le trappole per roditori che ci sono

la conoscenza vera possiede un territorio amico
il prato, i fiori, gli uccellini, una spiaggia, e persino i palazzi della metropoli diventano rocce di una cima di montagna
che meraviglia
vediamo senza dover vedere
invece di invidiare e di mettere i bastoni tra le gambe, dovrebbero mettersi a scuola dai poeti e dagli artisti, non perché siamo migliori bensì perché possiamo indicare una via di gioia e di liberazione
purtroppo preferiscono altre strade, apparentemente facili, in realtà dolorosissime
ci dispiace per loro, ognuno ha i suoi tempi e i suoi macigni da trascinare, noi comunque siamo sempre disponibili

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