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Chiodo fisso

Si contorce l' apice

a sua bruma nel chiodo quando scende

e la testa entra nel legno a rovistare

quel poco di assoluto che ancora tende

le sue braccia rotonde a forma di albero triste

perchè spingere non è sola pretesa  dell' inguine

fune di cobalto appesa al cielo sordomuto

al di fuori di un non nulla la sua schiena liscia sarebbe

uno scivolo che mi ingoi

ma poichè non vede la sua fine che tra le mie mani

crede ancora ai paradisi che le raccontai

per farla innamorare del suono della mia voce

stando zitto

prendendo il tempo con un' adozione a distanza

per restare coerente al senso d' abbandono che l' accompagna

all' alba di ogni suo nuovo camminare

mano nella mano, una meno mano dell' altra e più cannibale

clausura di cardini a sbattere in faccia quella porta

che ci vide entrare nello stesso spazio

lei a caccia di un'estasi rivoluzionaria

della durata massima di un addio a suo compendio

ed io perduto per sempre sulle sue tracce

quanto basta per mai averla

venere svergine dei miei sogni proibiti.

Le chiederei

dimmi in quale prato ti ho colta

e in quale invece ti ho lasciata i tuoi respiri

sottolineami

e non fare la gradassa

posso farti a pezzi ancora più piccoli.

 Adielle - 19/01/2015 01:38:00 [ leggi altri commenti di Adielle » ]

Grazie Lorenzo!

 Cristina Bizzarri - 18/01/2015 15:21:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

No, io non c’entro, comunque è una bella e vivace rivista secondo me!

 Lorenzo Mullon - 18/01/2015 13:23:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

possiamo farla a pezzi ancora più piccoli, l’anima
ogni frammento continuerà a contenere il tutto che siamo

pardon eh, ognuno ha il suo chiodo fisso
e lo spinge
nel legno dell’inconsapevolezza e dell’incapacità di vedere che ci circonda

 Adielle - 18/01/2015 12:32:00 [ leggi altri commenti di Adielle » ]

Grazie Cristina, cercavo proprio te! Mi ha contattato una rivista, Alibi altrove letterario, sul numero di aprile a quanto pare pubblicheranno il mio "con un dito solo", non è che ci hai messo lo zampino? Comunque sia sono molto contento! Ciao un caro saluto!

 Adielle - 18/01/2015 12:24:00 [ leggi altri commenti di Adielle » ]

Grazie Cristiana! Sei davvero gentile. Ti ricordi la storia del cappello afgano? A capodanno l’ho sfoggiato con una certa alcolica incoscienza e sono stato fermato per strada, ti giuro mi hanno fatto i complimenti per il mio stravagante abbigliamento, ci ho rimediato anche due bicchieri di amaro Montenegro! Sembra un discorso superficiale ma sono sicuro che la dica lunga sulla teramanità.
Ciao, un abbraccio!

 Cristina Bizzarri - 18/01/2015 11:59:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

E’sublime, nel senso che davvero tocca un limite razionale, logico, di allucinazione sensoriale, visiva. Immagini che sono a un limite, lì lì per arrivare in cima alla montagna, e cadere. Ma poi ritornano perché questa è la magia della parola, e magia e miracolo non si assomigliano?
Ciao Adielle poeta! Grazie di questa creatura.

 Cristiana Fischer - 18/01/2015 10:47:00 [ leggi altri commenti di Cristiana Fischer » ]

ci sono delle immagini ma-gni-fi-che (per me, nat.)"e la testa entra nel legno a rovistare/quel poco di assoluto che ancora tende/
le sue braccia rotonde a forma di albero triste"
"la fune di cobalto", "mano nella mano una meno mano dell’ altra e più cannibale"
vorrei vederle io, quelle immagini, e scriverle!

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