LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Adielle
|
|||
Poter tornare come a quando era ancora possibile che t' innamorassi di me e stavamo coi canestri di giunco per le trappole da gamberi al fiume. L' altra sera ti ho sentita alla radio che cantavi "La cura" e ho pensato che la stessi dedicando a me. Perchè la conduttrice ha parlato di empatia ma io si sa soffro di allucinazione della percezione e poi hanno messo quel pezzo che fa Alejandro don't call my name e allora ho capito che non saresti corsa da me. Un cuore che ho cerchiato tra le stelle una croce sulle vene il punto e a capo della mia educazione siberiana. Se non sono capace di parlare con te allora è più difficile e non suonerà la banda sotto al davanzale tirerò giù un vaso ogni tanto per colpire i passanti che non si stringono la mano quando passano.. Sacrificio di margherite per una giusta causa. Quanto male ci siamo fatti è un delirio di solitudini che tu hai saputo colmare chissà se ti amano ancora le foche ammaestrate e quelle vergini terre le tendine del bagno e la collezione di fumetti sulle mensole. Come quando ti prestavo il mio giubbotto perchè sentivi freddo ed io trovavo un altro modo per scaldarmi pensando che prima o poi ti saresti lasciata abbracciare da me. Ho perso la "donna della mia vita"? Il bastone nella ruota del carro. La catastrofe annunciata. La mia mente che sublima la colpa ed il peccato in una malattia che mi lascia steso sul prato a guardare le nuvole che passano per sempre nel cielo del mio rimpianto. Ti avessi preso la mano allora, senza dire una parola questi giunti di sabbia tenderebbero a sciogliersi nell' anima. |
|