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al testo di Adielle
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Resoconto di una scrittura privata
Al cuor non si comanda eppur mi tiene in pugno perchè io lo voglio, perchè io gliel' ordino. Con fare ardito, il piglio marziale di certi dittatori comunisti rinnegati dalla storia perchè l' ideale non si compie relativo ma tradito poi degrada e si sgretola nella condivisione da bar le domeniche mattina, prima della partita o della prossima guerra. La memoria registra le dichiarazioni dei superstiti con i volumi tutti sbagliati e i microfoni sono stretti nelle mani dei soliti servi che se ne staccano solo per concessioni pubblicitarie comunque favorevoli al potere. E' nella traduzione che sono morti certi liberi pensieri come nelle tavole della legge che portammo nello spazio per esportare la democrazia sulla Luna e la trovammo già soppalcata dai cinesi. Da qui l' intransigenza sulle lingue monouso e la decenza di ricorrere ai sarti se le vesti troppo lunghe. Se t' avveri quando credi di essere all' apice del successo forse stai dimenticando i diari di bordo e come fossero veri allora i morsi della fame. Ma la pancia gonfia dell' occidente è abituata a grandi abbuffate, così vieni al mondo già con un debito di sangue che sconterai in buoni pasto sul futuro da sbranarsi o consumarsi preferibilmente entro la data di scadenza che è sempre un vuoto a rendere, una banconota contraffatta per cui non ti godrai la pensione. I nervi scoperti in un tempo di scambi proibiti sono le regole del gioco, da farsi e da disfarsi all' occorrenza suggestiva e prestazionale degli affari propri. Mi è utile divagare solo se riesco a prendere le distanze da giudizi sommari sui fatti. Ecco perchè non mi rimane che scegliere un cane. E' un atto doveroso, per certi versi, forse questi: sarò un vecchio a sei zampe, di cui quattro motrici per le rampe più astute. Contro l' incestuoso procedere dei giorni e la mia barba merita fin d' ora riposo dalle forzate carezze del demiurgo. Ma si, lunghe passeggiate a stordirsi di rincorse su prati da diporto. E grosse fughe a testa bassa da cui sbirciare in alto l' orlo argenteo delle nuvole con l' ausilio di un sole scontato e due occhi fedeli d' animale; per sbarcare il lunario nella coltre magnetica dell' ultimo approdo: la conseguenza del congedo dall' atto di compiersi. Quanti rimproveri, per chi come me non sa assentarsi dai pensieri, conducono a risposte evasive, fuori contesto: il mancato accendersi di un fado nonostante una struggente lontananza. Per esempio può capitare che tu mi dica: prega e io invece vada in montagana a fare delle foto alla seggiovia in disuso con un filtro azzurro, innescato per sbaglio. E' così che ti capisco, con ignoranza artefatta da silenziose eloquenze. Che al cuore si pregiudichi il senso di una resa è una condotta al guinsaglio cui rendo obbedienza laccio emostatico a favore di quale vena? In questo modo io amo, per ammissione di aver perso conoscenza. Una colpa che non vorrebbe pena, astenersi perditempo. |
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