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Alla faccia del Karma

 

Infiniti altari.

Contenitori di gemme di grano, sopiti sensori del buio

con quale coraggio negate dei fummo alle nostre storie di campagne?

Quando insieme puntammo tutto sul seme sbagliato

in quella partita memorabile col Caos e nacquero solo vele spiegate.

Dove andammo fu il primo vento di passaggio a deciderlo

e così anche il monte più alto non ci sembrò troppo distante.

Chè le distanze sono facili al vento se particolarmente illuminate.

Così una particolare luna di miele venne a farci coraggio

nell' anno in cui ci sposammo con ciò che ci faceva stare bene

e tutto il resto, in un secondo piano sfocato ma ancora pieno di fuoco

da ardere certi fiati gelati col freddo spietato che fa, nell' istante del poi

non smette più di resistere

nonostante gli estremi tentativi di rimuoverlo, da parte del vuoto.

In questo modo le piccole cose contano, diventando determinanti.

Le foglie, la merce di scambio per eccellenza, per esempio.

A riguardo, ha ragione il rosario del poeta:

per sgranare la canzone degli alberi è necessario che abbiano le foglie

o le abbiano avute, cadenti o cadute, starlette di prima concezione

non come certe sgualdrine contemporanee, di seconda grandezza

(come vorrebbe la mia natura fonda di razzista radicale)

che si vendono per poco, tutta la vita circostante.

Radicale il passatempo di contarle ancora in volo 

per quanto immediatamente perda il conto in considerazioni secondarie:

non ci sarà mai tempo di fare quello che ci pare.

Sono pessimo per pigrizia,

una posizione che ricopro non senza una certa fatica.

I rami, in effetti, non li concepisco che nudi e spogli se sono triste

e divento maleducato se reciso. Pessimista e grasso, in una miscela

che mi rende poco credibile, continuo a parlare di me 

fino a diventare antipatico perchè non so più posare gli occhi sugli altri.

Con le dovute attenzioni anatomiche.

Vogliate scusarmi se mi faccio esplodere ogni tanto

in vani propositi di conquista del mondo.

Datemi pure alle fiamme se trovate ci sia carne da mettere al fuoco.

Perchè io non distinguo più chi sono quando galleggio tra i piani.

Per stasera mi assolvo e domani? 

Proveremo, con un plurale in cui confondermi senza alcuna maestà

a diventare di ruolo nell' assistenza scolastica alla distruzione di massa.

Come certi saggi di massima che stanno zitti e non fanno rumore

cercheremo di capire cosa ci ha fatto inventare le poesie d' amore

tra una costatazione amichevole e l' altra,non ancora matura per l'anima.

 

 

 

 

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