LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Adielle
|
|||
Ricordi di ricordi, gettati tra i pannelli di una libreria dell' ikea o tra gli scogli, lungo la dorsale di un mare desolato o tra le cime dei monti irregolari e regolate dall' azione scapestrata del vento, affiorano, sfiorandomi la nuca con dita ossute e ho i brividi come quando penso, quando sento, quando credo che mi leggano i pensieri così come li compongo, mastodontici o appena sussurrati, nella mente circospetta.
Ecco, non vedi che tremo, che tengo gli occhi bassi, che a malapena mi conservo in una condizione disperata. Solo quando scrivo mi appartengo e tu cosa vorresti farmi? Anche se poco valgo, dovrai ammettere che i miei versi conservano, ancora dopo letti, tutto il talento del sangue versato. Del tempo sprecato a immaginare una salvezza che non ceda i suoi fianchi affusolati alla seducente prospettiva d' imbottirsi di farmaci.
Oggi la montagna non aveva i suoi funamboli ed io e Chirù abbiamo potuto vagare indisturbati. Ma il ritorno a casa mi ha trafitto all' alba, l'alba chiara l'alba scura, in cui intingevi le tue dita, bagnata, lacrime d' oro, fusa, di quando nessuno poteva leggermi il pensiero e almeno tu sapevi chi ero. Così m' è venuto di morire e non sono morto ma per quanto ancora potrò uscire vivo di casa? Per fortuna che il cane m' ama. |
|