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al testo di Adielle
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Emergendo dalla dimensione onirica si manifesta più spedita la dinamica duale vita e morte si compongono in un ventre femminile universale per aver giaciuto in assenza di tempo e di spazio copulando con la Luna a perdifiato, in un sogno ricorrente di pianeti, ti ricordi le scie delle comete. Scrivere per decomprimere, ecco il mio reato, di aver fumato. Grandemente. Con le dosi contrattate a un mercante d'arte. Sul ponte sventola bandiera bianca, di soprassalto. Quella tregua auspicata ha le ore contate. Diciamocelo: meglio soli che ben allineati. Fuorchè le nuvole forse se piccoli soldati da condurre alla pioggia per mano. La didattica dell'anima non mi convince sul piano burocratico. Ecco perché t'amo? col punto di domanda sarà vertigine automatica tutte le volte che ti guardo e convalescenza respirare d'affanno ma finchè vivo voglio poterti guardare di schianto anche se necessita di una certa preparazione apotropaica. I tuoi fotoni si accendono di luce quando sorridi e trasformi le molecole in postini senza recapiti di lettere d'amore. Dall'altra parte di un piccolo mondo solitario pieno di testarde. Ad averti qui saresti da fare a pezzi, in versi brevi e colorati mia regina dei coriandoli, per non dire altro. Ho problemi così gravi di salute che faccio finta di non averne e tutti mi credono, comportandosi di conseguenza, con l'aiuto di uno specchio, sarei un bravo attore e di una memoria di ferro ma scordo fin d'ora il motivo del mio amore per questo mi accontento di una salvezza fuori caso. Ho vergogna di me stesso e mi attraverso con lo sguardo. Quel che vedo mi fa pena ma non mi smuove che di pochi atomi mezzo addormentati. Abitudine alla grandine. Forse potrei essere una versione migliore di me se non mi conoscessi così bene o non mi conoscessi affatto. La verità è un origami spiegazzato.
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