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al testo di Adielle
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Ti sento così vicina che quasi posso toccarti o già sei dentro, nei sotterranei stratagemmi del mio apparato circolatorio, a divinare, venatoria, il mio futuro da preda officinale, farmaco da banco, un generico pronto all'uso occasionale. Così mi prendi, in gocce di pioggia e foglie al vento per un sollievo missionario di tregue da placebo. Se potessi allungare il passo alle mie parole forsennate, forse nate da un desiderio incontrollato, farei ombra ai tuoi pensieri esposti alla censura di un sole spietato, meridiano di stesure controvoglia. Ma sono stanco di lottare la battaglia di Don Chisciotte. Ti appartengo per disfatta, il diritto di nascita che ti compete è il mio vano tentativo di una parresia immacolata.
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