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al testo di Alessandra Ponticelli Conti
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Sei la chiamata che si chiude e riapre antichissime ferite. La donna seduta di fronte sul treno, la croce che stringe negli occhi. La voce di fuori che fugge e dice: "Tante, tante, belle cose!". La Luna e i Falò a illuminare il sedile. Ma ormai è già scesa la sera e questo treno non ha mai avuto freni. Né sa andare all'indietro.
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