LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Alfredo Rienzi
|
|||
Poeti (di Torino) in 10 righe - 14. Valeria ROSSELLA
Valeria Rossella (Torino, 1953) è poetessa e traduttrice. Esordisce nel 1981 con Spartiti per il pifferaio di Hamelin, parabole, discanti e incanti (Genesi, Premio "Opera Prima" Biella). Pubblica, in versi, altri 4 volumi, gli ultimi dei quali sono Il luminaio (Crocetti, 2003) e La città di Kitež (Aragno, 2012). È, inoltre, musicofila, pianista e traduttrice di poeti polacchi: in particolare, ha tradotto il premio Nobel Czesław Miłosz, curando un'antologia delle sue liriche (La fodera del mondo, Piazzolla, 1996) e la versione di Trattato poetico (Adelphi, 2011).
Poetessa appartata, dalla produzione misurata. Alla scrittura di Valeria Rossella è riconosciuta una grande attenzione e calibratura formale, in specie alla ricercata pulizia lessicale (“scrittura che tende all’esattezza, alla trasparenza, all’essenzialità”, G. Tesio; “poesia colta, ma allo stesso tempo delicata”, L. Fontanella). La sua poesia, ispirata da intima visionarietà, si è mossa nei chiaroscuri dei territori di confine, tra natura e leggenda, osservazione e introspezione, la versificazione consapevole e mobile, disargina i recinti lirico-elegiaci e della piana narratività.
Kitež
Apriti, porta dell’insonnia. Città che appari rovesciata sul fondo del lago non darmi pace nel tempo della veglia, la tua luce latente mi sia guida. Candele si accendono sui tigli fra tetti e strade maculati. Vedo aironi ed anatre svolare da campanili e finestre, e mani frastagliate offrire pasticcini su una tavola stile Rinascimento. Dammi appuntamento con creature che guizzano dentro il tuo specchio sfigurante.
[…]
da La città di Kitež, Nino Aragno Editore, 2012
(Aiutami, Amore. Ancora questa volta.)
Aiutami, Amore. Ancora questa volta. Perché la mia fronte non è immacolata e la tua carne è luminosa come la carne dell'Angelo che nella lotta notturna mi ha sciancato aiutami. Lasciami sedere accanto a te. Offrimi di quell'uva in cui macchiai le dita.
da Il luminaio, Crocetti Editore 2003
Solstizio d’inverno In afflusso o deflusso l’acqua si chiude (acqua che illude): un piano ellittico. Ellissi, eclissi di pianto. Il moto retrogrado dell’incanto. Ludens. Elusiva, allusiva neve che refluisce tra i rami gravida di quell’altra – e tra le lame (rilucono le forbici aperte, impervie e miti). Neve che esclude, che occlude. (Tra cespugli di rose e cotone emostatico). Où sont les neiges d’antan? Feconde, incompiute. Uova di neve. Per ricongiungersi al punto (alle punte). Dischiude, dischioda. All’unisono, per moto contrario. Neve ludens, luna ludens. Tangente-tagliente. Et le ciseaux. Où sont? Uova di novilunio novilunio ovilunio. Allunìo d’uova. E un pigolìo di alfabeti etatete rosigmi enigmi e le tue sillabe, dunque? “Amore mio.” Et les ciseaux.
da Spartiti per il pifferaio di Hamelin, parabole, discanti e incanti (Genesi, 1981)
|
|