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al testo proposto da Alfredo Rienzi
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“Partenze e promesse. Presagi” di Alfredo Rienzi (puntoacapo Editrice, 2019)
Premio Internazionale di Poesia Don Luigi di Liegro – XI Edizione Motivazione critica della Giuria (Pres. M. Cohen), di Raffaela Fazio 19 Settembre 2020
Alfredo Rienzi compone “Partenze e promesse. Presagi” come una serie di variazioni sul tema, con moto ondivago e a tratti incalzante, suggerendo motivi, riprendendoli e intrecciandoli ad altri che ne smorzano o ne rafforzano il tono. Il risultato è una scrittura matura e godibile. Il verso, sapientemente calibrato, sposa al retrogusto classico una suggestività onirico-visionaria tutta moderna. La lingua è cristallina, ma le immagini non sono nitidi fotogrammi: si accendono improvvise emergendo dall’ombra, dalla nebbia, per poi tornare all’indistinto. Il tema della raccolta pare essere proprio la tensione irrisolta tra visione e profezia: una profezia che non è annuncio perentorio (come quello violento dei falsi profeti), ma ammissione del mistero e dell’indicibile; una visione che non è rivelazione, ma sforzo perseverante dello sguardo, coraggioso e pietoso, capace di attesa davanti al buio e bramoso di luce (“le sentinelle anelano l’aurora”), desideroso di accogliere ciò che si dà “senza il dubbio tra la resa e la vita”. In quest’atmosfera di sospensione che alimenta il tempo ‒ circolare per le generazioni, ma irreversibile e breve per l’individuo (“come i giochi belli”) ‒, si fa strada un’intuizione ossimorica: la lucidità consiste proprio nel far sì che “non sia dissociato dalla realtà il sogno”, il quale potrà rendere più fecondo il parto delle possibilità, e dei presagi. |
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