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al testo di Amina Narimi
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"Uccideteci tutti,e poi seppelliteci qui."
La vetta spoglia del Carajás tradì l'll ferro nelle vene della terra in cielo aperto, la cenere fece nero dell'inferno l'll verde fitto, Mato Grosso la notte sui capelli taglia le mani il cavo sottile il fiume del Pyelito, una ferita che beve, il luogo che conosciamo Harakwà terra di ferro ,di sfratto ancestrale Implori di rimanere,invochi le ruspe,il tuo massacro, Guaraní fossa comune le piste dei sogni le vie dei canti antenati Nessuna piramide a memoria se non il suono piú prezioso della lingua, raccolta di semi di geni di flora,ancora fonte del luogo che Tu conosci, di donne che sanno attaccare al seno scimmie urlatrici e piccoli maiali che hanno allattato la foresta fitta, sbriciolata in pane terribile nelle tasche di tutti, come ladri noi viaggiatori,silenziosi non spargiamo voce |
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