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L���abbandono-sai-non ha misure

-cose che vengono

da qualcosa appeso

non sai più dove

già accaduto-

placide bestie

inanimò la bora

sul sentiero di Duino

l'Abu Dabi in mare

 

all'altro lato della vita il cuore,

per un momento, nella luce

-a cervello ancora vivo-muore


in ventisei respiri mira l_ago

per la_c(r)una del destino s'apre

lo spazio separato. si riduce

nel flutto taciturno indifferente


l'abbandono-sai-non ha misure

eccede sempre.solo.d'abbandanza

ha larghi gli occhi per il suo dolore

trine che ghiacciano le mani

 

                                                                             privilegiato amore

                                                                               perchè non vada

                                                                                         perso

                                                                                  quel che resta

                                                                                         sacro

                                                                                    si fa morire

                                                                                     in carestia

                                                                                 senza palpebre

                                                                                    sugli occhi

 Amina Narimi - 22/01/2013 23:58:00 [ leggi altri commenti di Amina Narimi » ]

-cose che vengono

da qualcosa appeso

non sai più dove

già accaduto-

placide bestie

inanimò la bora

sul sentiero di Duino

l’Abu Dabi in mare

Da quella Croce ..vengono le cose,così e ancora in altri luoghi dove la vita "pare" altra il cuore muore crocifisso in un momento mentre camminava placido sulle strade della fede iannimato dalla bora, poi risorge,ricongiungendosi a quello spazio già accaduto-separato- le trine non finiscono di ghiacciare le mani perchè sono come un rosario che ancora si sgrana nel cammino e gli occhi sono grandi,aperti come quelli di animali che mirano alla vita...
l’attenzione allora per me la cautela nella cura, affinchè non si smarrisca il sacro che c’è in noi abbondante quanto l’abbandono-primordiale)a tenere gli occhi chiari senza misura a costo di perdere le palpebre,di consumarle in carestia

Grazie Nando perchè la tua lettura è come tenere una mano.

 Nando - 22/01/2013 23:19:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

Per me è difficile, Amina, interpetarla secondo quel che vuole dire il testo -com’è denso e bello il tuo poetare, seppure diversi sono i metri-; però, come cristiano, mi emoziona spiritualmente, mi commuove, già dal titolo. Che cos’è quell’abbandono, di cui hai scritto in salmico canto, se non la memoria di Cristo, che riunisce ciò che era separato, che riapre ciò che era chiuso?
Amina, ti chiedo scusa, se la mia lettura cristiana non coincidesse con il tuo dire, ma per me non è stato possibile fare diversamente.

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