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al testo proposto da Amina Narimi
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Cresce sul buio un duro respiro di novembre con la calma che scosta un corpo morto solleva i suoi cespugli da canali e sentieri fino al fiato notturno ai freddi odori di un tempo senza odore.
Tregua non luce l'intanto silenzio di chi chiama e si compone in veglia il suo chino sostare alla finestra.
Nulla svuota la fronte.
Non basta la sua lunga verticale attesa occorre una diversa pausa l'aria che si apre a ghianda per uccelli e cinghiali il varcare col pugno la vetrata. Questo fa del corpo preghiera della mente chiglia di spino
Il cipresso splende sulla pietra in raggiante alleanza mattutina |
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