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I fiori -pestati-senz���occhi

Emettono suoni nel legno tra i secchi di lino

come il fruscio di una esigua famiglia

che sgrana bacche tra i piedi

si scrivono sopra la pelle col viola
e nel giallo di spore battono il petto come  un bucato,

ritessono un modo plurale di sagome chiare.

 

dallo scollo del tauro al lichene di amina
si trafigge tutta la valle nella testa dei geni
tra membrane in groviglio di more passa la vita

messa a dormire con latte disciolto

succhiato dai corvi di spine e dolore.

Ci siamo spezzati anche noi -in una sola parola- di pane
sfilati come le perle che hai sulle dita.

Metti verbena alle ciglia! Falle sottili
da vedere lontano  i fiori -pestati-senz'occhi :

siamo Noi quelli laggù siamo invisibili


Rimane Piantato l'Amore Si salva.Nel nome   
Germoglia la Felce -fra i nostri mantelli 
grezzi di lana- otto raggi di luce 
e un bambino a narimi.

 Amina Narimi - 08/02/2013 20:12:00 [ leggi altri commenti di Amina Narimi » ]

@Ferdinando
Sono sempre neve fresca le tue parole come quella che speri di trovare la mattina sollevando piano gli occhi delle case
.... e correre fuori nella sorpresa sempre nuova sulle tracce fresche

 Nando - 08/02/2013 19:51:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

Non sarei capace di aggiungere altre parole ai precedenti commenti, così belli e riccamente dettagliati, segno di un’ammirazione che non posso non condividere. Di mio potrei solo aggiungere lo stupore di un lettore che, sempre càpita coi tuoi versi Amina, si trova dentro le nuvole di un’alta vetta, dove tutto si trasfigura in un indefinito altrove; e quasi l’anima ne è paga.

Buona serata Amina, continua a camminare lasciano il segno delle foglie smosse dentro le tue poesie.

 Amina Narimi - 08/02/2013 19:47:00 [ leggi altri commenti di Amina Narimi » ]

All_ora Mr. Vlad si ri_tenga in debito d"0ssigeno!

 Vlad - 08/02/2013 14:55:00 [ leggi altri commenti di Vlad » ]

dio. che meraviglia.
in quel lichene di amina, gli occhi si fermano,
come scusa per riprendere fiato.

 Amina Narimi - 08/02/2013 12:01:00 [ leggi altri commenti di Amina Narimi » ]

@Giovanni Ivano
Caro Giovanni Ivano con le tue parole hai fatto divenire il dentro un apertura,rendendoti così prossimo all’anima da fare vuoto per quell’ospite che sei en_theos

Grazie per avere usato la verbena :)

@Loredana
Grazie Loredana,come sempre vicina e preziosa,quanto generosa

 

 Loredana Savelli - 07/02/2013 21:14:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

Ha proprio ragione Giovanni Ivano. Testo sinfonico, suadente.

 Giovanni Ivano Sapienza - 07/02/2013 20:37:00 [ leggi altri commenti di Giovanni Ivano Sapienza » ]

Pondus meum amor.L’amore riscatta tutto e tutto giustifica,persino il dolore,l’avvertimento,reale o supposto,della vita come logoramento e dispersione. Un testo mirabilmente orchestrato,fitto di richiami simbolici,nel quale si fronteggiano i campi semantici opposti e complementari della cecità e della visione,dell’afasia e della comunicazione,dell’aridità e della rigenerazione. Bellissimo il cambiamento di passo,la modulazione della terza strofetta,che,preannunciata e preparata dal verso-gesto all’inizio della seconda("Metti verbena alle ciglia!"),trasmuta in speranza e fiducia la negativa constatazione dello scenario iniziale



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