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al testo di Amina Narimi
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Hanno un secondo silenzio le parole un risarcimento. Placando la sete bevevo succo di melone tsamma -di qui è passato uno sciacallo, la femmina di scorpione penetra l'impronta prima della mezzanotte-
Si trattengono le ginocchia nella gola gli occhi scaleni nelle orecchie pronte a colpire l'argento delle orate che risalgono la corrente affiorando nel cielo saturo di luce da credersi uccelli picchiavamo con forza l'acqua del fiume a rovesciarle nelle nostre mani tutte intere, suono-tatto-corpo, il tempo della custodia : una seconda vista -impossibile e vera - imparando quello che la terra ci suggeriva tradotto dal silenzio
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