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al testo di Amina Narimi
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dal petto dilatato in canto dove Dio si china in ombra la pieve mi raccoglie, mia regina, mia sacerdotessa mi solleva col suo raggio troppo breve questo sole - che nell'anima trattengo per l'll buio che rimane - nella resurrezione
sonorità famigliari morsura animi nel piombo di parole incerte disfatte l'una con l'altra dalla neve liberate nel caos collimano scivolando nello stesso passo a flusso di vita si distende il verde di rilanci come mani e nell'orecchio interno una donna corre al monologo di primavera senza fiato :
sollevate le maniche - a braccia nude - sui polsi l'aria mi bagnava del suo alito spietato soffiando l'inverno dalla fronte un cuore uscito fuori solo. |
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