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al testo proposto da Amina Narimi
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La rosa che da giorni agonizza in questo bicchiere non smette di concedermi la realtà del suo profumo corpo invisibile che aderisce ai libri che eternamente si estende nell’aria
Anche d’amore deve parlare il poeta dissanguandosi in parole che sono la sua anima E’ il canto degli uccelli che salutano la luna è la morte trasformata in lingua
Non è che io solleciti le tue carezze né tantomeno il latte che ti promette il futuro come un cane cieco inseguo la tua assenza i petali in cenere prima cadono a terra poi viene il vento e li trasforma in aria
ma nella mia carne continua a persistere il loro profumo mentre scrive il poeta agonizza dentro un bicchiere d’acqua.
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