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al testo di Amina Narimi
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Al ritmo delle sizigie le tue epifanie - cuore che impara l'occultazione- in una sole luce retta ripetendo il miracolo della congiunzione il filo che tiene i vivi e i morti insieme - un vento bianco-
purezza inscritta nel sale l'impronta delle mani nuda interrompe la distanza intera sulle cose. ti sentirò tremare nel limpido splendore della carne umida come un frutto teso alla vigilia della pioggia bere
Aperte sulle mie colline dilatate oscillano selvatiche le braccia nel blu carsico della tempesta estrema resta la fondazione dell'ecchimosi serena nel penetrato sogno, scalza sul tuo sterno, danzo come fossimo una genesi Cerchio Cardinale. Aleph
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