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al testo di Amina Narimi
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A volte ho fretta di andare via. Premura Per aspettarti al principio della scala Dove non ha più coraggio il buio Dove non può. Mi farei trovare Nel punto che ogni notte il sogno Mi concede sulla costa la montagna Che ti spera. Nudità dell’anima Sotto il frutteto Nello splendore trattenuto che combacia Nell’aria che appena osa respirare -Appena un fiume-. Mi raggiungi madre E sposa, quando ti perdo nel risveglio Per lasciare spazio al seme D’intrecciare l’umano col divino Dentro cui la giornata ancora cade Prima del sonno. Di una bellezza Indicibile a noi stessi : una piccola Costruzione di mattoni bianchi e legna Per l’inverno. E’ l’ora che torno via A sedermi sulla tavola senza pranzo E batto coi talloni i bordi della sedia Segnando il tempo che mi manchi Da quel mare illimitato - sguardo Di un nativo che dipinge i nostri volti Che risale l’acqua Che s’annuncia nella pioggia Con tutti i nomi della Luce : Adam- Fino al sangue degli occhi la tua sposa Dema –tu le chiami lacrime- A immagine del cielo Dove non ha più coraggio Il buio Dove non può Col viso che s’innalza Rivolta dalla stessa parte Mi troverai con Noi
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