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Per quanto a lungo stende le sue mani

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Si raccoglie nel suo nome trasparente

E tace Quasi non avesse forze più

Piegato nella pelle -In quel tacere Di sé stessa-

Non si rivela. Dalla sua fronte l’acqua

Intanto cola sulla ferita immedicabile

Lasciata nuda per la notte a un’altra fede -

Somma di ciò che termina come una preghiera-

A dipingere le cose di continue guarigioni

Si rapprende la voglia di uscirti dalla carne

Ogni parte. Ogni istante si fa strada nel “vedere”

Come albeggia

Lei s’inchina alla sua benedizione,

Nell’eccesso doloroso, per quanto a lungo

Stende le sue mani,  si commuove

Abbandonata nel “guardare” puro.

 

 Cristiana Fischer - 27/06/2013 09:38:00 [ leggi altri commenti di Cristiana Fischer » ]

"Lei s’inchina alla sua benedizione" lei è nella sua benedizione a cui si inchina per accoglienza, e si inchina per benedire te
gli antichi avevano i Mani, i Lari, per significare questa religione

 Lorenzo Mullon - 26/06/2013 15:58:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

È già una guarigione avere in dono una fronte d’acqua da cui sgorgano poesie.

 Il buon ladrone - 25/06/2013 06:54:00 [ leggi altri commenti di Il buon ladrone » ]

Sono passato di qui,
mi sono fermato con il fiato sospeso
per aver letto parole che nascono soltanto
in profondità quasi inaccessibili dell’anima;
solo dopo la mente le governa in un testo.
Riparto da qui
meno misero di prima
e con il cuore più grato.

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