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al testo di Amina Narimi
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Legando l’emozione al grido di dolore primordiale- la storia immaginata senza tetto tra le mani- stringo le foglie d’erba e Whitman con occhi fermi di bellezza circolare l’incontro con i resti di natura Ci sono sguardi in fondo al verde pupille vere Geni dei bambini che non hanno un posto dove stare a testa in su ciò che nasce non è altro sulla foglia: un volto geme nel suo cadere dentro a piene mani qualcosa ch'è rimasto nella schiuma dei giorni profumata un'acqua di bambino la fonte dei segreti mai finisce l'attesa del respiro, le mani nella gioia il Nome dell'incanto immaginato nel punto culminante d'innocenza ha preso in mano la paura e ha fatto il bianco avvolgendo il cuore d'altra pelle in una vasca ha scritto per il corpo irrorato la sua carne:
un vento largo si è scucito sopra il seno come il tassello di un più vasto mosaico -un atlante eterogeneo, un'anima che passa- compone gli orditi calcola per giochi di forme liquide, di cosmogonie, le vie dei canti stanno nell'amore il gesto-magia che imprime sulle tracce dando vita a colline con gesti di grazia un disegno complesso e affascinante
Se vieni più vicino se ti chini per guardarlo si trasforma in un altro e nuovo bianco "firmando per l'anima ed il corpo"
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