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al testo di Amina Narimi
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Sono lunghi anni di Vento che fanno spargere il mattino la luce custodita dentro gli occhi -luce antica di una nube sui telai- che illumina la mente naturale uscendo dal sè ,come la rosa, nell'armonia con il creato e l'anima
sul fondo dell'occhio trasparente come membra nelle membra del diluvio nelle celle persistono le immagini, anche dopo la scomparsa del frastuono, la disgiunzione del tempo nel diorama.
esposto sulla neve al boscovecchio dopo il Ponte lungo lo scalone ti accoglie un frammento luminoso, nell'universo inquieto come un volto, tra volti ebraici che non si possono fermare- tramonta l'uno e l'altro sorge lento dei settantadue trattenuti nella gola- o come l'acqua, mai per caso, che diventa qualcos'altro col vapore, con un salto flottano a urli nel buio delle palpebre i pigmenti con la canapa e i pennelli
suggerendo eternità a perdifiato nel sangue, nel sudore del ricordo, ci camminano di fianco i nostri morti respirando, come in sogno io li porto dove gli occhi ritornano puliti per entrare ancora chiari nei colori
Joseph Mallord William Turner
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