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al testo di Amina Narimi
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Un tempo dell’attenzione, della conta un tempo, dei pensieri, uno spostamento dell’azione- meno di dolore più di forza- la parola di _amante fidanzata compagna moglie Lingua che non violenti quanto la violenza Chi guarda solo è più pericoloso di chi fa male -immaginare altre vite: che non allevino califfi di Senofonte: la soglia di casa separa l’uomo che guarda al di fuori da cittadino, dalla donna che guarda solo dentro e dirige casa-duemila anni fa-
tra girotondi e scivoli tra bambine con bambine- non si mescolano i maschi con le femmine, le due metà del Mondo delle camerette di attrezzi colorati, mostri e mezzi di trasporto, mica peluches e bambolette I calciatori sono maschi, femmine le ballerine meno forti e preziose, riproduttive certo- bisognose di protezione- Nei cortili degli asili è l’ombelico Di PariPasso, se impariamo a mettere la ruota della bicicletta sopra un albero
Questo è il viaggio: “Chiamala violenza non amore” Uno due tre quattro mani insieme Proviamo a cambiare racconto: che la violenza è fragilità, non donna alimùt è violenza, elem il silenzio dell’Uomo che usa le mani per linguaggio- s’appropria del Tuo vapore, della bocca di Abele. Delle mani di Camille Claudel interrogarsi è un acceleratore
“Sì ero sola in casa. Sì confermo di essere stata sola in casa, di essere solo caduta dalla sedia…”
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