Nella ricerca vibrante dello spazio di finitezza umana ci aiuta la sera a dire sì alla sua conclusione, con la mano lasciamo la presa e il cuore s’innalza a ritroso. Nel ciclo dell’aurora, nella tremenda dolcezza dell’origine. mi contemplavi dentro l’acqua e ai piedi, con la tenera pazzia di un turbamento, lo sfrigolio dei lumini sulle dita mappando l’inguine la luce ravvolgeva in ombra l’abisso d’altri segni ripercorrendo il sangue e nulla, verso le altezze d'ora ha la stessa voce dei salmoni sul tuo pendio più azzurro per gettare una scintilla nell’inverno della distanza- è una voce di forza elementare se l’inverno mi ritorna il volto del tuo nome per contenere tutta l’acqua. tra le gambe sgorgando la verità di quell’amore . 
Controcorrente- Giorgia Lubian
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mareaperto
- 12/12/2013 18:29:00
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E’ una lingua a strappi la tua lingua di salmodie amorevoli e arabescate. In essa si posa l’anima e giace in gola, più porto che covo. Similmente posso dire solo del fiordo di Furore.
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Ferdinando Battaglia
- 10/12/2013 15:03:00
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"Nel ciclo dell’aurora, nella tremenda dolcezza dell’origine. mi contemplavi dentro l’acqua e ai piedi, con la tenera pazzia di un turbamento"...
Amina, se accetti il silenzio, questo silenzio vorrei dirti, per ammirazione, scegliendo tra le tante perle di questo tuo gioiello, la più rilucente ai miei occhi, il verso che magistralmente e compiutamente esprime la percezione umana dell’amore: "tremenda dolcezza"; e solo chi ha la poesia nell’anima poteva esprimersi così.
Sempre ammirato, MiaInsuperabilePoetessa
p.s. Non mi preoccupo nemmeno di aiutarmi con il "conrollo ortografico" per la revisone del commento, tanto resta "abissale" la distanza della mia ignoranza dalla tua cultura; ma ciò è per me motivo di gioia.
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Amina Narimi
- 09/12/2013 21:53:00
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Mi avete preso in braccio questa sera con le vostre parole, il vostro tempo qui, se avessi un sasso stretto tra le mani di carezze credo si farebbe morbidissimo, come in quel racconto di Tonino Guerra, succede ai sassi buoni, preziosi come Voi speciali
Grazie a te Cristina cara è quel canto all’indietro che m’innamora
Grazie Loenora è di quei colori che bagnavo il cuore
Lorenzo, tu che pensi attraverso i colori della neve, t’immagino sentire quell’Angelo mentre arrotola la sua veste bianca che ci prepara al sonno di ogni sera ... Grazie animabella
Domenico sei la montagna dietro l’uccello, un monte immenso per distendere le ali fin dove leggerti è possibile, fucina di emozioni complesse nello scambio di parole ancora prima di essere accadute, uno sguardo ritornato bellissimo nel dono inatteso che ricevo. Grazie
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Domenico Morana
- 09/12/2013 20:56:00
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Ma che dici Lorenzo? Passavo i compiti a tutti... Qualcuno è diventato celebre... ;-)
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Lorenzo Mullon
- 09/12/2013 20:24:00
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I primi quattro versi già ti fanno perdere la testa. Da tenere sopra il comodino. Domenico... il solito copione! Lo facevi già a scuola, dì la verità...
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Domenico Morana
- 09/12/2013 19:32:00
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à propos: la tua è bellissima!
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Domenico Morana
- 09/12/2013 19:30:00
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Imparo di nuovo a leggere, risillabando. Perdono! Omaggio d’un lettore che non ignori:
"Nella ricerca vibrante di spazio di finitezza umana aiuta sera a dire sì: a sua fine, la mano lascia la presa e il cuore indietro innalza. Ciclo d’aurora: in tremenda dolcezza d’origine mi contemplavi in acqua, ai piedi, fresca pazzia, apprensione, sfrigolio dei lumini sulle dita, un mappando l’inguine alla luce volgeva in ombra abisso d’altri segni ripercorrendo il sangue e poi più nulla, diretta alle altitudini dell’ora: proprio la stessa voce dei salmoni sul tuo pendio più azzurro azzurro azzurro lanciando una scintilla nell’inverno della distanza - voce forza semplice se m’inverni il volto del tuo nome per contenere un fiume. Tra le gambe.
Che sgorghi verità di quell’amore."
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Lorenzo Mullon
- 09/12/2013 18:42:00
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Bellissimo distacco. Ogni sera ci aspetta un Angelo, in questa metafora della morte.
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Leonora Lusin
- 09/12/2013 14:11:00
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Una bellissima poesia che "dipinge" il sentimento amoroso. Ciao Amina.
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Cristina Bizzarri
- 09/12/2013 08:56:00
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Dopo i primi quattro bellissimi versi c’è uno stacco - lì c’è l’apertura dove la sera incontra l’aurora, dove è possibile rinascere, ri-mani amina. E luce fu nello squarcio vaginale: nascita e vita - amore. Ripercorrerci, ritornare - arrivare. Incontro al mistero immenso e umile, cielo/carne: noi salmoni in cammino. È sempre un’immersione nelle acque originarie leggerti, Amina! Anche se magari non ho capito ... :-)
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