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al testo di Amina Narimi
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Ho messo al muro la notte e il calendario nuovo dalla parte di Swann, poco sopra dove faccio colazione, ho comprato il vischio nei sacchettini con il nastro colorato, ne ho comprati tre, uno per me e mammet, l'altro per mio padre domani, e questo è "per te", avrà cura dell’assenza per sempre.
Col muso spinto in avanti, ai piedi tamburi fanfare nei passi, c’è un suono che striscia sul muro dove sfugge alla regola un filo vuole fare la seta sui letti
stringo forte la vista prima ancora del nero la carta nel sogno per raccogliere tutta la pioggia, una scatola di cerini, e una mamma morbida
con le braccia tutte aperte a disegnare un luogo con l’aria, con un salto in braccio, da una piccola rincorsa, raggiungere ogni viso fin dove cresce questa pianta umana che rotola, aman, aman, come una stoffa ebraica nella pancia al lamento del fiato, claudicante.
dove il destino mi ha fatto immergere le mani da potersi toccare le vertebre, e ancora colpendo ai fianchi la notte, con un sorriso, scaturisci qualcosa che si diffonde, un nido negli occhi del canto, dove si sporge del buono, staccando la verità, e noi possiamo soltanto amare Dalla parte di Swann, a casa della zia Lèonie, nella stanza ho girato il Nuovo Anno aman aman
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