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Con una lingua tenera

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Viene dall’invisibile

incarnando la presenza delle voci

ogni volta che accendo il fuoco a sera

affonda il verbo nella legna

con la saliva, da buio a buio,

mostrando  lo spacco del sacro -la ferita,

il nome-  delle rose  nei  miei fiori,

sono la nostra anima

                                       là dentro,

nel camino acceso  in cui abita qualcosa,

perché cresca la luce. Piegando le ginocchia

mi accuccio dove viene il rosso

con la veste arrotolata fino al timo

scoprendo la macchia azzurra  sul mio fianco

scintilla nuda e disarmata -immutabile simurgh-

 

Con un piede dopo l’altro ascolto la corteccia da bruciare

le piste dei sogni attraverso gli anni

le pulsazioni di ogni tronco - ognuno canta per anelli

cigolando sotto i miei talloni- sotto le piante

sento gli uccelli volati via dai rami

                                                  le foglie rimaste sole

nel rettangolo vuoto del giardino. Mi tramando,

credendomi un albero,

Prego, senza una parola,

sono la stessa cosa. Nella pancia

i legni sono pronti

per rinascere dal fuoco

mi alzo scalza con tutto il corpo,

la riconciliazione nelle mani,

una per una. Odoriamo di pace

come quel giorno, nella sala di commiato,

non separandoti  mai da me stessa

 

Con una lingua tenera

in un bianco leggerissimo di cenere

il nostro esserci è un segreto

ognuna canta nel pensiero

 Alessandra Ponticelli Conti - 13/02/2014 17:25:00 [ leggi altri commenti di Alessandra Ponticelli Conti » ]

Splendida!

 Lorenzo Mullon - 12/02/2014 18:43:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

Siamo macchiati d’azzurro, un lago misterioso che scappa sulla cenere.
Una goccia imprendibile

 Cristina Bizzarri - 12/02/2014 18:12:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Tutta te stessa nei gesti che fai davanti alla legna che brucia. Come una trasmutazione, un sentire che tutto ciò che accade è, in qualche misura, giustificato. E questa gioia sbalordita la comunichi Amina. Lo dicono i tuoi versi, ne sono intrisi, mi sembra di sentire la tua voce già delicata che si fa in certi punti più sottile, come per sfinire nell’attimo di quella consapevolezza, in quella grande pace che ti investe e ti illumina. E che tu rifletti nelle tue poesie. Così mi sembra di capire che tutto può essere cerimonia, ognuno di noi l’officiante, in momenti di tale intensità. Nella sospensione del nostro esserci, che è la nostra vera umiltà.

 Jacob l. - 12/02/2014 13:19:00 [ leggi altri commenti di Jacob l. » ]

E brava!!!! Viene spontaneo capire.

 quattrostraccisullapelle - 12/02/2014 12:49:00 [ leggi altri commenti di quattrostraccisullapelle » ]

Non ci capisco nulla di poesia e sono un pessimo lettore, ma si riempiono gli occhi di luce leggendo questi tuoi versi, perché dove non arriva la mente, supplisce l’istinto del cuore con quello stupore che abbaglia l’anima. Non so, Amina, se sono degno di leggerti, poiché con le tue poesie, troppo spesso mi sembra di toccare una soglia del sacro.
MiaInsuperabilePoetessa.

 Franco - 11/02/2014 23:42:00 [ leggi altri commenti di Franco » ]

Questo è sentire il dolore degli alberi.. Come Caruso l’ ha sentito nella musica.
E la loro memoria, come la scia di un’elica.
Io al massimo ho accarezzato una betulla abbattuta dal vento, quest’ autunno, in valtellina. Non ho avuto sensazioni ma ho sperato che almeno se ne fosse accorta.
Splendida.
Brava.

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