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Sulla fronte azzurra tenerissima

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-L'asciutto contiene l'umido
La roccia contiene l'acqua
L'Uomo nasconde in sé un Dio-

 

 

Sulla fronte azzurra del ceppo primitivo,
ti poso, col silenzio delle vesti,
il segreto del primo fiore, senza necessità
di capirlo, sull'assenza che ti sgorga dentro
al seme nudo delle fontanelle,

lo sguardo intatto, dove si uniscono le cose
l'ultima volta, alla fine dei sentieri,
i segni di un amore

nella bracciata profumata
ti consegno il fascio più maturo,
fiorito di fresco dal mio cuore
con le ore luminose, la corona

dove palpita la nascita
di una vita che si leva, col nutrimento sacro,

nella follia di una croce,
nella manducazione dell'invisibile.


Nessuno sa, nè l'argilla o la pietra,
che servono da segno, raccontano il mistero
del dono divino, un velo sollevato
scopre un altro velo. La Bet è posta,

nella casa aperta, sulle stele di Mesha
 tutte le sorelle danzano

come pietre luminose

La scrittura è una luce nella notte

che ci salva,
verbo_crocifisso da semi nomadi,
che nel deserto grida il Nome suo, ciascuno
a divenire Lui . Nessuno potè sentire allora

la lingua umida nella tunica di pelle,
quando cogliemmo dei mattoni
come figli al posto delle pietre,
ognuno recante solo una scintilla
Padre dell'Uno, asciutti fino a Pasqua


quando bocca a bocca s'incise in alto
l'incontro delle grandi lettere,
con le piccole del basso. Fino al cielo
il traforo è compiuto, e ci tocchiamo
cantando il pane nella linguamadre

 

con il sale di Miryam, unendo il mī col mā,
il vento ci porta in bocca l'ostia,

fino all'acqua matriciale, che scintilla,

sulla fronte azzurra tenerissima,

dove nasconde in sè un Dio.

 

 

                 -Fabienne Rivory-

 quattrostraccisullapelle - 21/02/2014 17:16:00 [ leggi altri commenti di quattrostraccisullapelle » ]

Una poesia di ampio respiro, appare simile ai canti preziosi di un popolo, di donne e uomini che camminano attraverso gli spazi terrestri, guardando però con il cuore Altri orizzonti. Difficile farne un’esegesi senza conoscerne la ricchezza della lingua, ma questo non è un impedimento totale, poiché si può leggerla con l’intelligenza primitiva o con l’intuizione. E’ maestosa nel dispiegarsi delle parole, sapida come tutto ciò che matura dentro i lunghi giorni che ci riserva il tempo (perché sembra nascere dopo una lunga gestazione, se non diretta certamente indiretta), ha il sapore delle cose buone, il gusto della con-fusione di divino e umano; può nascondere, come una nobile metafora, molteplici significati.
E’, tuttavia, a mio modesto e "incauto" parere (l’impudenza imprudente di un ignorante), una delle poesie più belle, una delle più belle e significative (ma sono impossibili i paragoni, tanto tutte sono belle e tutte appartengono alla stessa Anima) scritte da Amina, dalla sua grande creatività e cultura e, soprattutto, da quelle sue insondabili profondità d’anima che stupiscono e lasciano ammirazione e meraviglia nel lettore. E viene spontaneo esprimerle gratitudine, per questo donarci perle così particolari e così preziose di bellezza, riflessi di quella Bellezza che i suoi occhi hanno ricevuto il dono di raggiungere con lo sguardo. MiaInsuperabilePoetessa.

 Lorenzo Mullon - 20/02/2014 08:23:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

senza necessità di capirlo
ma con la spinta a coglierlo
e
tutto istinto
mentre i fratelli danzano
come pietre luminose

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