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al testo di Amina Narimi
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" Eia, mater, fons amóris, me sentíre vim dolóris fac, ut tecum lúgeam." Nel tuo racconto sulla spiaggia, aperta dalla luce così pura nel mio male ho riconosciuto quella donna, e il resto intorno, dalle spezie tenute tra le mani, dalle mille e una notte alle confessioni; affondava nell'aria una scala di seta, su tutti gli aranceti che esplorano lo spazio, tra le vesti e la casa degli uccelli- un canto solo e i violini due respiri vicini all'elegia, di quelle notti estive un momento di amicizia tra la veglia e il sogno delle rose, nel silenzio, su cui poggiare la testa. Con il filo ti racconto del zaum, di quella profezia, con l'incanto della lingua piantata sulla terra, dove l'avvenire non è avanti, ma ti avvolge all'intorno che ci aspetta ti lascio entrar dagli occhi come un lungo inverno e madre mia come sabbia sul mio fianco, benedetta in ogni angolo in ogni baia, per brillare senza ostacoli - il mio fesh-fesh dentro la carne la dolcezza del tremolio, è così forte al sole che le arance scendono negli occhi e tu mi sollevi con un'ombra, mi proteggi in una scia, come sotto ad una chioma che dissemina dal centro il suo calore prima di ogni altro narinzemi , curando il taglio tenero del succo negli occhi dritti al fuoco, con gli intervalli di bellezza dell'amore, mutandoli in colore, spezzando la rincorsa alla neve eterna, nel giro più normale della vita Ho pregato in quella donna, l'adagiarsi in me della sua voce, tra la riva e la coda di cavallo che portava, nascondendo un fiume più profondo del filo rosso in gola, di vaghissima bellezza aveva un dono per farti sentire sulla pelle la fragilità dell'esistenza, e un patto con la vita, un mistero che non riusciva a interrogare: migrare o morire: inseguì le mandrie di animali, selvatica tra le bestie nelle praterie, fino a casa. Al nostro mare ci alziamo, col suo vero nome a un solo tratto dal corpo, e un uomo, un uomo di passaggio, che aumenta la realtà correndo, allargando la ricerca della grazia, ad ogni passo e un varco capace di contenere orme ed il domani sulla soglia, di bianco in bianco correggendo la nostra vista corta, nello sguardo curvo, e vivo, come un invito, nella stessa orbita quello che ho amato - spiega- è senza fine tirandosi dietro l'anima, proprio il corpo, recuperando peso, residuo altare alla fede nella vita per essere vera e sacra - prosegue, unendo col suo volto le mie mani- sono il labirinto di una persona che si è persa, nella trama dei suoi vestiti neri, che domanda l'unità, fra la voce ed una storia, di un'armonia difficile da trovare- Sotto la neve non esiste una realtà unica, come sia arrivata qui, e chi l' abbia accompagnata nel sonno, senza sogni..e poi Si sofferma, e prega, con gli occhi del mare, sulla freschezza, nell'ora più chiara, girandomi l'acqua tra i piedi. Rianimata, vedo appena il movimento del respiro, mentre lui scompare, oltre le dune, e lei messa semplicemente tra le mani, una resina chiara che risale fino all'ultimo degli alberi di Sasso avvicinandosi prende una luce, l'odore di questo segno splendido della sua vita per farne Una che alla mia cammina ![]() P.G.Fischer - Donne sulla spiaggia |
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