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al testo di Amina Narimi
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Grazie a voi sono salita così da mio padre come ci si sposa, attraverso un mistero che ha reso reale l’odore di ieri-
dietro di me c’era qualcosa, qualcuno che potevo toccare, davanti quel sogno del patio, le mani e il suo viso silenzioso come le stelle in alto col mento- di gioia indubitabile. Con un sorriso chiaro nel palpito leggero del "perché ?" mi sono velata di bianco, come un tacere ad alta voce le nozze e uno sguardo divino esaudito nel cuore del pranzo. E’ stato il primo gesto- in cui ancora vivo - risorgendo- davanti alla finestra finchè gli occhi non mi faranno male per l’assenza impercettibile ai contorni segreto fino a me- nell'ultima parola: " Sì. Mamma si è addormentata dolcemente, come in sogno..Ecco perché, rimane".
E’ seguito un lungo viaggio nel silenzio, un tempo magico al ricordo, il nostro, fino a quando Papa Francesco se l’è portato via ritraendosi da messa. Come un’ondata ha detto: "Claudia..è così semplice amare questo Papa è un polline naturale…" -facendomi rivivere di essere venuta al mondo – ha sospirato poi, con gli occhi del bambino più antico sulla terra " Quando prego è a Papa Wojtyla che mi rivolgo, sai…lo chiamo sempre papà nelle preghiere , io lo chiamo papà…"
Come un segno d’acqua in chiesa le sue parole stavano sospese nella luce di chi non ha conosciuto un padre. Al fondo dello sguardo, riflessa nella sue pupille, è divenuto un’ostia il pane di ieri nella bocca. -Non sai babbo della tua bellezza, come è andata verso l’interno oggi, la nudità del tuo segreto, in ogni luogo polline, per quanto sussurrata.
Danza nel vuoto della casa, ora insieme a me, stupenda madre, dall’altra parte della vita, con battiti profondi e nuovi si è chinata, si è congiunta a noi, come una sposa, papà, la gioia. |
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