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Dall���ombelico al timo

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Dall'ombelico al timo,

rotolandoci nel fango
finivamo per brillare dall'inizio,

colmi di raggi  nell'ignoto,

sbiancando come cenere e un animale di cristallo

nel magistero chiaro di bellezza, e nel suo grembo

una folata d'acque, che ondeggia come un fiore

un grido d'oro al vento, e nuota

nel flutto, nuota, danzando

sulla pozza nera indifferente

 

 

Chiamavamo ogni forza, in altri spazi,

notte misteriosa ,
scavando la dolcezza delle tombe
sui nostri polsi bianchi di ogni giorno:

una manciata di zapiskj,

un iman acceso agli occhi

ricombaciava l'ombelico con le stelle

e il fiato perso dei suoi passi

nel pieno dello scuro, senza domande nelle ossa.

 

Miopiccolo re, fradicio di luce,

prestami la voce e il copricapo a fiori

per il miele, per l'haoma dell'avesta
dove scompare il mio cervello, tra le foglie
rovesciando l'invisibile nel ventre

se mi baci a lungo, se mi spingi

col muso in avanti [ terribilmente bello ]
dall'ombelico al timo si continua per la luce
con l'erba strega, con una mano in dono
illuminata dal riflesso vegetale
e lingue rosa di bestiole sane


puoi fare le magie se ti protendi-

coi lupi d'argento in viso, e ad ogni ora 
puoi fare luce come un punto di raccolta 
ad ogni goccia puoi danzare
formando laghi più vicini come cuori

tirando i fili dei baccelli per giocare
come fanno le marmotte con i denti-
dove c'é la possibilità di gioia

infine fare tana, ai ripostigli della neve,

una capanna di colori sui fianchi delle acacie,

immersi fino al collo in questa nuova casa,
che cammina sulle spalle, e con le ali.
 
se premi ancora alla radice dei gemelli
ti saltano marmotte sulle braccia,

come un soffio d'arpa nella pelle

attraverso i secoli dei sogni,
nell'arco della nube con un patto:

essere ogni cosa a fare petalo, nel fango,

impastato alla saliva del tuo accento


è un suono caldo che fiorisce ora

lo vedrai salire dal fondale
nello stretto del presente, ricadere,

nell'aperto dell'amore, con scintille,

per l'intero corpo trasparente,

nel dolce movimento verso..

che è già amare.

 Antonio Ciavolino - 24/09/2014 22:57:00 [ leggi altri commenti di Antonio Ciavolino » ]

... nel magistero chiaro di bellezza, e nel suo grembo
una folata d’acque, che ondeggia come un fiore
... ricombaciava l’ombelico con le stelle
... una capanna di colori sui fianchi delle acacie,
immersi fino al collo in questa nuova casa,
che cammina sulle spalle, e con le ali.
... come un soffio d’arpa nella pelle
attraverso i secoli dei sogni,
nell’arco della nube con un patto:
essere ogni cosa...
^
Come tuo solito, scrivi poesie e poesie in un solo testo, articolato, scorrevole, denso d’evocazioni, immagini originali e riuscite, atmosfere. Brava Amin a <tre

 Guglielmo Peralta - 24/09/2014 19:09:00 [ leggi altri commenti di Guglielmo Peralta » ]

Cara Anima inrima, questa poesia è un caleidoscopio. Guardarvi dentro è "vedere bello"; è cogliervi una sorta di ’entrelacement’: una serie di figure riconducibili a suoni, odori, colori, sapori, sensazioni tattili, sì che tutti gli organi sensoriali sono interessati. Ma è l’anima, quella del lettore, insieme con la tua, che prende il volo!

Un abbraccio

 Lorenzo Mullon - 24/09/2014 18:12:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

qui nel cortile il timo selvatico ha preso bene l’ombelico con la sua scia di luminescenze di montagna
le marmotte progrediscono a vista d’occhio, e quindi restano ciò che sono, senza bisogno di evoluzioni altre dalle corse fuori e dentro le tane
l’acqua non evolve, rimane com’è arrivata ~ pare con le comete
regrediscono le malinconie, le tristezze, le manie, le insoddisfazioni e le altre civili assurdità

 Nando - 24/09/2014 11:08:00 [ leggi altri commenti di Nando » ]

La tua poesia, Aminissima, è sempre per me lettore un "trappola": la mia interpretazione non potra mai dire il cuore della Poetessa, sia perché profondissimo sia per i miei occhi opachi; dirà invece che cosa si agita nell’animo del lettore in me, e allora quella ricchezza sivestre (Loredana), quell’abbondanza di rimandi ad altro, quella ricchezza di versi, alcuni di particolare bellezza, mi dicono ora la msgnificenza di un amore impastato con farina ed acqua da mani qui umilissime e caste.

 Adielle - 24/09/2014 09:05:00 [ leggi altri commenti di Adielle » ]

Fantastica. Ad un certo punto del raccolto non si può non domandarsi come sarà la donna che l’ ha scritta.

 Sara Cristofori - 24/09/2014 07:44:00 [ leggi altri commenti di Sara Cristofori » ]

di sapore medio orientale questa tua con i colori magici di certe sete per arazzi...

 Loredana Savelli - 23/09/2014 22:40:00 [ leggi altri commenti di Loredana Savelli » ]

La tua poesia non può prescindere dalla natura silvestre in cui sei.
Poi mi chiedo quanto a lungo tu sappia tenere la "contemplazione", sì da far sgorgare tante immagini, tanti ricordi, tante parole, tante allusioni... Davvero una grande capacità di ascolto!

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