LaRecherche.it
Scrivi un commento
al testo di Amina Narimi
|
|||||||
Un altro alito si tende come al nulla, camminando dal laghetto fino a casa va e viene, un piede dopo l'altro, gettando un ponte dal verbo non caduto la natura immensa d'infinite bocche, oltre il vivere degli occhi, tornerà, in cima al monte pellegrino, esponendo le mani come un vento che lega ramo a ramo delle statue, delle statue di legno piccolissime, dove ora riposano le rose c'è un momento di calma luminosa che inginocchia fino a terra la mia mano- scavando nella grotta dei dormienti il muschio che porta alle radici del paradiso fra un uomo e la natura, una piena sensuale nella gola che discioglie la brina nel calore- come chiedere rimani . Tu ripeti, a far parte di essa, la morte è solo spostarsi, con l'adagio piu bello del mondo, a cantare la lunga durata delle nostre mani nell'erba. ![]() |
|