Su papai biancu Strofinava le parole sulla pelle come un latte mescolato con la frusta basta un’eco una reliquia per montare per vedere ancora chiari nella stanza paesaggi e desideri con le mani nominando quel che vede come un bimbo, ed ogni altra cosa intorno assente si addensava sopra il fuoco della notte, risolta alla sua luce quasi nera, nell'acqua silenziosa delle piante rendendole visibile chi ama. Fiutava l'anima l'abisso mille volte nella mente la sua voce speculare assecondava il ritmo delle dita versandole negli occhi un pane bianco il canto interno di una donna in pieno sole. Come se le parole potessero commuovere le molecole del mondo ed ogni fossile sciogliendosi al calore delle mani risorgesse quasi a filo delle labbra, e con un velo d'aria solamente nella dolce ferita in fondo agli occhi, offrendo alla sua veglia altra acqua Fu allora che venne, che vibrando, come chi tace una luce conosciuta, si incamminò nello splendore dello sguardo per riportare il suono alla sua meta, strofinando sulla punta della pelle, in luogo delle sillabe e di accenti, un b i a n c o m a n g i a r e, e benedetto, liberando dalle mani della gioia, nel parto del suo nome il suo sigillo al nido.
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quattrostraccisullapelle
- 17/04/2015 17:15:00
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Inesauribile miniera ogni poesia dell’Amina, anima incantata negli occhi dello sguardo, torna ad essere "bambina" al centro di una stanza. Le basta giocare il gioco delle parole, le basta una piccola reliquia, le basta attraversarsi di luce dentro gli occhi, le basta il contatto di tutto questo sulla pelle, e della pelle amante di tutto questo, per trasformare tutto ciò che è ed accade dentro la vita, in un profano ma anche naturalmente sacro "biancomangiare".
SempreMiaInsuperabiiePoetessa
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Franca Alaimo
- 13/04/2015 00:47:00
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Le poesie di Amina hanno un tessuto narrativo nel quale il ricordo di persone ed eventi si mescola a tal punto alla loro dimensione interiore, da generare una sorta di sospensione imesplicabile,che dà al lettore la sensazione che cielo e terra, visibile ed invisibile non conoscano separazioni e limiti. Tutto può, in questi versi, mirabilmente accadere; mentre una donna confeziona il suo biancomangiare da offrire a chi ama, qualcosa di più bianco sembra entrarle nel cuore attraverso gli occhi, quasi una luce mistica, un’ostia sacra, che benedicono ogni suo gesto. E’ l’ambrosia umana che nutre per l’eternità l’amore e i suoi ricordi.
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Alessandro Martino
- 12/04/2015 23:36:00
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Tu hai un immenso dono Amina, quello di chetare il furibondo moto dell’animo umano. Quando leggo le tue poesie quasi le sento mie, che mi appartiene tutto ciò tengono a dire. Io ti ringrazio per questo B i a n c o m a n g i a r e, che nientemeno sa del tenero animo umano di ogni madre. Se posso, citandoti ovviamente, vorrei copiarla e dedicarla alla mia. Un caro Abbraccio.
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Lorenzo Mullon
- 12/04/2015 19:46:00
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bella!
siamo reliquie di un nostro passato come vecchie conchiglie di pane in cui l’anima fiuta l’abisso della fine senza riuscire a finire poniamo il sigillo al nido creatori dell’increato mangiando la stessa placenta che ci ha portato alla vita e rigenerandola per un sempre nuovo pasto
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Franco Bonvini
- 12/04/2015 17:25:00
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Ho letto, in silenzio, salendo dagli abissi all’ alto del sole. Dai fossili alla vita. Entrando poi da una dolce ferita in fondo agli occhi in mondi abitabili. Dove l’ aria è piena di luci e suoni.
E le parole piovono, strofinandosi e rimbalzando come una Manna.. un biancomangiare che nutre e può guarire, perdonando le ferite, l’ anima.
Su papai
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