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La canzone del liocorno

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Così lei carezzava le piante,

districando ogni  sera i capelli

coi palmi aperti

lasciando passare i fili lunghi

tra le dita, nella stanza.

 

 

 

 

La vedevo ripetendo una canzone,

la canzone del liocorno, tanto fonda

da poterla tacere. Ogni singola mano

è racchiusa in quei versi,

tra la giovane salvia e il  cotone,

per dare ancora un nome,

fin nelle pieghe del  sottrarsi,

all’oblio materno dell’alba,

e farlo crescere nel regno

di quelli-dai-lunghi-capelli-

 

Ritornava con le ginocchia bagnate,

e il corpo verde di una parola

sia fatta la tua volontà

usando il respiro

umile,

a terra, nuda.

 

Tu la chiami penitenza.

Ma, se raccogli senza peso quelle sillabe

seguendo le sue palpebre nel buio

la sentirai piantata tra le zolle

che allatta le sue piante a seni dritti

ed altra acqua, la pupilla,

che risale per le dita con dolcezza

il profilo di qualcuno, fino al viso,

di chi scioglieva i nodi tra i capelli,

in piena luce

 Franca Alaimo - 13/05/2015 01:47:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

C’è una forza sacra in questa figura che, nuda sulla terra, allatta le creature vegetali come figli suoi; qualcosa che rimanda ad un misticismo arcaico e insieme potente, a un senso anche del peccato che può essere scontato solo facendosi attraversare e trasmutare fisicamente dall’umiltà, cioè dal farsi humilis, vicino alla terra, rendendo il corpo uno strumento in mano alla volontà di chi solo "sa sciogliere nodi tra i capelli". Il rito di purificazione giustifica, allora, il titolo della poesia, in cui appare il liocorno, animale magico che è simbolo di purezza e castità.

 Paolo Melandri - 12/05/2015 19:49:00 [ leggi altri commenti di Paolo Melandri » ]

Una composizione davvero squisita, straordinariamente colta, mostra "a classical attitude" nei confronti della letteratura; musica di grande valore, agio, potenza e svago, come il ricordo di un argenteo reliquiario, riposto in un cassetto e poi, a distanza di secoli, in altri mondi, offerto all’ammirato stupore di intimi e intendenti visitatori domestici. L’urgenza emotiva e la forza degli oggetti, non più solo correlativi oggettivi, ma portatori essi stessi di simbolica semantica; essa dischiude all’abbaglio dello sguardo il grande talento e la maestria di una poetessa molto giustamente amata e ammirata. Sapienza tecnica artigianale, magia pratica, poetica originale e sguardo interiore e, sopra tutto, "a reflection of life". "If God be with us, who can be against us?"... Vale /tuo: -Paolo Melandri

 Sara Cristofori - 12/05/2015 14:21:00 [ leggi altri commenti di Sara Cristofori » ]

sembra una leggenda, una storia affascinante di fantasia e favola, sei maestra in queste atmosfere... Ciao Amina :)

 Laura Costantini - 12/05/2015 09:14:00 [ leggi altri commenti di Laura Costantini » ]

sembra di far l’amore con la terra, come faceva lei prendendosene cura e donandosi, per ritrovare nell’energia nutritiva della terra quella del corpo e dell’anima di una madre, spirito di luce, alla terra tornata.
un’emozione grande!

 Cristina Bizzarri - 12/05/2015 08:29:00 [ leggi altri commenti di Cristina Bizzarri » ]

Tu la chiami penitenza.
Ma, se raccogli senza peso quelle sillabe ...

Questi due versi hanno una grande profodità, li leggo come il nucleo morbido di questo tuo nuovo canto. Un’altra visione, un altro intersecarsi di piani differenti, dove uno non è se non specchio dell’altro, per chi sappia vedere. Credo che la vista sia la qualità che più ti appartiene, quella che apre la mente al cuore e crea ogni volta il mondo e lo fa nuovo. E leggerti è avere accesso da una porticina laterale - parlo per me - a questa navata luminosa, senza muri o transetto, solo un percorso di luce.
Ciao Amina :-)

 Franco Bonvini - 12/05/2015 08:08:00 [ leggi altri commenti di Franco Bonvini » ]

Vero Lorenzo.
A volte si lascia accarezzare, fino al viso, ai capelli, a sciogliere ancora quei nodi.
Ma con dolcezza, "adagio, per non fargli male"

 Lorenzo Mullon - 12/05/2015 07:57:00 [ leggi altri commenti di Lorenzo Mullon » ]

i fili lunghi tra le dita
quelle dita come il sacro corno
la nostra sensibilità

e infatti quando il liocorno appare
(a chi decide lui)
è per farsi accarezzare

la nostra anima si manifesta solo se diventiamo poesia

 Franco Bonvini - 12/05/2015 00:16:00 [ leggi altri commenti di Franco Bonvini » ]

Bella.. sa di ninnananna

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