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Con un solo e lento chiaro

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Tenevo fra le mani due fascine
e tu venivi per i vicoli del legno

con un solo e lento chiaro nei miei occhi.

 

Di quel gesto impercettibile ricordo
che rese la distanza incalcolabile
la più vicina al mondo sconosciuto,
pieno di grazia e lacrime serene
ai lati del mio viso, e lì soltanto.

 

Così invisibile rimane il tuo sapore
risalendo come un gemito morente
dai fiori mai nati sul palato,
liberi di guardare un nuovo ventre;
è un filo di bisso che mantiene
le tue radici alle mie mani e sopra i fianchi
il sacchetto delle strade, delle sere,
e una volpe che si sposa mentre piove
con il sole- E insieme i tigli d’oro
non possono che questo, in fondo al campo,
non altro che danzare l’ederlezi
mandando scuri un soffio di bellezza
nel buio che va dal primo vento,
al caldo dei pensieri in tutto il corpo.

 

Come è semplice il miracolo che vivo,
come gli angeli, va via prima del giorno.
Un solo e lento canto mi vien dietro

 

per i vicoli del legno col tuo passo
stringendo le fascine con dolcezza
per il fuoco nella stanza degli sposi,
il buco di calore per le gambe
da tenere a penzoloni nella gioia.

 

 

 amina narimi - 30/05/2016 20:20:00 [ leggi altri commenti di amina narimi » ]

Grazie W...ti abbraccio fitto

 Salvatore Pizzo - 26/05/2016 22:27:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

"non altro che danzare l’ederlezi"
Che dirti? C’è così tanta vitalità gitana in questo unico verso, come ce n’è tantissima in tutti il resto. E sempre nell’accordo con uno spirito, fantasticamente popolare, di fascine fruscianti e focolari scoppiettanti...
Bellissima...
Felicissimo di tornare a leggere di te...

 amina narimi - 26/05/2016 18:52:00 [ leggi altri commenti di amina narimi » ]

Caro Cristiano mi conosci ed amo la tua anima da sempre ancora quando saltavamo la rayuela da un universo all’altro prima prima di inciampare sulla Terra e plasmare un poco d’argilla per cogliere l’impronta di un sorriso, creando una strada, le braccia, gli occhi ..una yurta, fino ad esistere fino a dipingere il sogno l’uno dell’altro sulla tjuringa. sai quanto sia per me preziosa la libertà di restare poveri, e forse solo questo mi fa vivere ovunque in un gran posto, come ora qui leggendoti sembra di vedere il tuo odore, un sapore inconfondibile segue le tue parole come stessimo camminando insieme lungo la Via..che importa dove vive la tua tunica di pelle?! io ti vivo intorno al pozzo dove ci scambiamo le parole che abbiamo cantato cento mille ere fa, letto, torrente, salina, ederlezi, civetta, cervo , sassi, pigne , rifugio, ripostiglio, neve, aman, narimi, e poi insieme albero del sonno, ripostigli della neve, bambini che fanno un lungo viaggio, mappa del canto, sorgenti sacre, le fontanelle aperte sul capo fiorito..potrei continuare fino alla luce di domani,
nel lago sconfinato di questa dimora a scriverti parole come fossero preghiere..e fra tutte io sono insieme

 Cristiano Zoli - 26/05/2016 05:37:00 [ leggi altri commenti di Cristiano Zoli » ]



leggere queste parole è come ascoltare il canto antico di una donna
che mentre prepara, come un rito, il legno per il giorno
ricorda con tutto il corpo, il miracolo dell’amore che l’avvolge
E’ un amore che viene da lontano quando l’amore era armonia
col mondo. Ed essere insieme poteva essere coltivato in una poverissima
ma ricca solitudine. Non c’è alcuna notazione critica da fare,
comunque sarebbe inadeguata. Allora basta fingere di essere
in un qualsiasi luogo della terra lontano da ogni accampamento umano
ed essere nei pressi di una capanna, di una yurta, di una grotta e sentire dalla
poverissima dimora una voce di donna innamorata e splendidamente consapevole
di questa fortuna che ci coglie nella vita se si comprende che essere gravidi d’amore
non richiede l’appartarsi ma lo sposarsi con l’universo.
Ecco un canto, e i canti non si giudicano, si ascoltano e se fanno vibrare si incomincia a cantare
Insieme.

 amina narimi - 26/05/2016 00:32:00 [ leggi altri commenti di amina narimi » ]

Amicamia filo di luce, Franca
amo questo ricordo come un essere vivente, mi conduce nella terra dove la mia Boemia è sul mare, è lì che vado a fondo e prendo fiato sorridendo anche quando piango, come quando sposano le volpi ai piedi dell’arcobaleno, anche se dicono che non bisogna assistere, io mi copro gli occhi, non trattengo nulla per me, eppure ogni volta mi sposo
immergendo le gambe nella pozza di calore conosciuto tanto tempo fa nelle terre lontanissime dove il kotatsuè composto da 掘-り è il fosso,la buca), e 炬 la fiaccola il fuoco), 燵 lo scaldapiedi
una buca di forma quadrata intorno al braciere e una struttura di legno del horigatsu intorno, formando un focolare con una coperta sopra, creando un luogo, un luogo caldo, dove era possibile mettere le gambe una volta seduti...a penzoloni..il caldo entrava dalla parte bassa dei vestiti e usciva dal collo scaldando tutto il corpo..come una poesia

 Franca Alaimo - 25/05/2016 23:19:00 [ leggi altri commenti di Franca Alaimo » ]

Eccoci ancora di fronte ad un’epifania. Essa viene nel mondo, è del mondo, ma parla di ciò che c’è oltre il mondo: del tempo senza termine, degli animali e delle altre creature della terra e del cielo che celebrano sposalizi. E tutto questo lascia in eredità all’anima ed al corpo una felicità straordinaria, bella e leggera come dondolare, le gambe, quando si era bambini, dentro l’aria, sicuri di possedere ali per volare come angeli da un ramo o da un muretto. Il poeta è un àngelos nunziante: Amina, ogni volta che scrive una poesia e ce la dona, ce lo fa ricorda.

 amina narimi - 25/05/2016 15:46:00 [ leggi altri commenti di amina narimi » ]


Grazie Sara, sei cara al mio cuore..

e grazie a te Giuseppe per l’apprezzamento. Le volpi che si sposano ai piedi dell’arcobaleno mentre piove con il sole, è in riferimento ad una bellissima leggenda, riportata anche nel film di Akira Kurosawa, di cui ti lascio il link
https://www.youtube.com/watch?v=UGyrdfXVOlA

FerdiNando, poetamio, che dirti, se non che mi fai ogni volta gli occhi chiari di commozione

 Giuseppe Terracciano - 25/05/2016 11:53:00 [ leggi altri commenti di Giuseppe Terracciano » ]

Bella! Mi è piaciuta!
Una piccola nota: "...la volpe che si sposa con la pioggia" andando a a capo "con il sole" lo trovo superfluo.
Splendida la seconda strofa

 Gil - 25/05/2016 11:50:00 [ leggi altri commenti di Gil » ]

Ignorando l’etimologia, mi concedo delle personalissime digressioni: mi conceda la sua clemenza l’Autrice.
Probabilmente nella selezione della parola “fra”, prescelta tra le due possibili preposizioni semplici “fra” e “tra”, presumibilmente non v’è stata consapevole premeditazione, ma forse solo la casualità che sovente manifesta la “naturalezza” della nostra scrittura, eppure seppure casuale tutto ciò non ne muta invece l’impatto che ciò ha sul lettore:
“fra le” (e non “tra le”) ci rimanda a fragile, così come si rivela cristallina e fragile l’anima poetica e umana di Amina, che riceve in sé il dono di trasfigurare uno spazio fisico in una distanza incalcolabile: “e tu venivi per i vicoli del legno (…)quel gesto impercettibile ricordo
che rese la distanza incalcolabile”, ma non perché dissolutiva di una possibile unione, ma perché rivelazione di un prospiciente un “mondo sconosciuto,/pieno di grazia e lacrime serene/ai lati del mio viso, e lì soltanto.” (e quale bellezza su quel volto ora traspare!); sconosciuto solo però ai sensi ordinari se divenuti opachi per il ripiegamento verso un’isolata terrestrità, non dischiusasi ad un altrove dei sensi stessi.
Nel seguito dei versi, si può ancora immergersi nel mondo di Amina, il suo mondo poetico, dove respirano (e ritroviamo, ad esempio, senza pretesa, che sarebbe da parte mia un gesto insano di superbia: “ventre, bisso, radici, fianchi, volpe, sposa) nel suo “bosco privato” di parole ed immagini, evocazioni simboliche per un’esperienza fisica o anche fisica dello spirito, che nel dirsi perde la parola, pur vivendo in essa fino alla misura massima del dicibile, una perdita che non è subita e lesionante, ma un’acquiescente docilità all’epifanie della Poesia, dove questa confina con il Mistero.


S.M.I.P.

 Klara Rubino - 25/05/2016 10:03:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

È una poesia spiritualmente sacra.

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