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C����� sempre qualche luce se l���aspetti

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Schizzi di Antonio Forcione

 

C'è sempre qualche luce se l'aspetti,
se ti metti inginocchiato sei più grande
se risplende un pianto nudo, un solo verso
fessura l'infinito e rifiorisce
la speranza. è un libro fatto d'aria
in cui le note della voce fanno tana
illuminando il gran silenzio mentre sale
lucida, e stordita, una poesia.

 

 

 Salvatore Pizzo - 31/08/2016 20:56:00 [ leggi altri commenti di Salvatore Pizzo » ]

Già l’incipit è un po’più che una promessa: arricchendosi di semplici prescrizioni,poche ma di spessore, dà il modo di prender corpo all’anima di una splendida poesia... Un verso più bello dell’altro, ma quelli che mi deliziano incredibilmente sono:
"la speranza. è un libro fatto d’aria
in cui le note della voce fanno tana"

Senz’altro da incorniciare...
Un più che caro saluto

 Il buon ladrone - 31/08/2016 11:45:00 [ leggi altri commenti di Il buon ladrone » ]

Non potevo non tornare, dopo un tempo opportuno di silenzio - non sempre si è degni dei doni che concede la parola -, a commentare una poesia di un’amara poetessa, insolita nella sua produzione poetica, ma un insolito che meriterebbe almeno un breve saggio critico e, nello stesso tempo, apparentemente "cucita" su misura per un irregolare della vita come chi ora sta scrivendo.
Insolita, perché sceglie di “perdere” (la spoliazione che nello spirito diviene un guadagno) la lingua magica delle dee e discende, per compassione, come fosse un boddhisattva che, per l’amore altruistico, rinvia il nirvana della beatitudine per sé a vantaggio dei suoi fratelli. Così Anima pone la sua “bocca d’oro” sul piano umano dei non dotati di visione e, anziché chiedergli questa volta l’ascesa che oltrepassi il simbolo, riveste le sue profondità d’anima con la lingua “ordinaria” dei semplici; e spiega. Che cosa?/Spiega come la preghiera umile sia innalzamento: “se ti metti in ginocchio sei più grande”; spiega come la nudità della nostra condizione umana è forse l’unica che partorisca l’autenticità del verso e la poesia, quell’atto così antropico, se visto nella lingua e dentro la Storia, che pure (si avverta qui la grandezza del verso - l’anima di Amina non conosce lingua ordinaria, anche in vesti apparentemente minori rifulge il suo dono di luce che porta in sé e la rende madre di poesia -) “fessura l’Infinito.
Da buon ladrone, potrei fermarmi qui, poiché come una poesia, ma tra le peggiori della terra, anch’io ho cercato di fessurate il mio Paradiso, per potervi entrare anche demeritandolo. Come è il paradiso del lettore la poetica di Amina Narimi, per temi e lingua, una poetica che origina, altro stupendo passaggio di questo suo testo, la chiusa, quasi un’autobiografia spirituale di questa MiaInsuperabilePoetessa:
“illuminando il gran silenzio mentre sale/lucida, e stordita, una poesia.”
E nella.parole finale ci leggerei il nome della stessa nostra Autrice.

Un saluto devoto

 Franco Bonvini - 31/08/2016 11:42:00 [ leggi altri commenti di Franco Bonvini » ]

Più semplice e per questo più bella..

 Klara Rubino - 31/08/2016 11:35:00 [ leggi altri commenti di Klara Rubino » ]

Una scrittura più semplice del consueto per un elogio a quella semplicità che è profondità, una profondità che è umiltà di fronte o in ginocchio alla meraviglia naturale e complessa che è la Vita quando si fa Poesia e la Poesia quando si fa Vita.

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